Quattro Italiani dipendendenti della società di costruzioni Bonatti che lavoravano presso la centrale compound dell’Eni di Mellitah, sono stati rapiti ieri sera nella località di Sebrata mentre stavano tornando in Libia dalla Tunisia. Al momento non sono ancora arrivate rivendicazioni. L’Unità di Crisi della Farnesina si è messa subito in azione ed è in stretto contatto con i familiari dei nostri quattro connazionali e con la loro ditta. Il Ministro degli Esteri Gentiloni ha dichiarato che allo stato attuale non è ancora possibile fare alcuna supposizione sul movente di tale ennesimo atto di terrorismo.
Le prime ipotesi che sono state fatte finora, ma ripetiamo, si tratta solo di congetture, parlano di un possibile coinvolgimento nell’azione di miliziani dell’Isis o di altri movimenti attualmente attivi nella zona e che si stanno fronteggiando nella sanguinosa guerra civile in atto. Non è neppure esclusa l’ipotesi che si tratti di di semplici bande armate di malviventi sempre pronte ad approfittare della situazione di pericolosa anarchia che si è venuta a sviluppare in LIbia nell’ultimo anno.
La cosa certa è che, in seguito all’attentato al nostro Consolato del Cairo, le autorità italiane avevano invitato tutti i nostri connazionali a lasciare la Libia per evitare altri possibili attacchi e ritorsioni. Chi resta insomma sa di farlo a suo rischio e pericolo perchè la sua sicurezza potrebbe non essere più garantita. Nelle prossime ora si saprà forse qualcosa di più preciso a riguardo, per ora l’Italia rimane con il fiato sospeso.
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