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Ecco cosa il mondo rischia di perdere

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La città di Palmira e con essa il suo sito archeologico, tra i più importanti al mondo, sono stati conquistati nottetempo dai miliziani di Isis. Decapitati (con diffusione su internet del massacro) più di cento soldati dell’esercito regolare siriano. Rendiamo pertanto onore ai cosiddetti “Cani di Assad” e guardiamo con timore all’avanzata dello Stato islamico.

L’Islam radicale di Al Queda aveva (ha) come obbiettivo principale quello di colpire obbiettivi sensibili (soprattutto ambasciate), in una guerra al terrore con un meramente ipotetico fine: la conversione all’Islam (radicale) di tutto il mondo, colpendo sopratutto l’America in quanto incarnazione del male sulla terra. Bin Laden era contro la creazione di uno stato islamico, come rilevano le recenti carte discoverte dalla amministrazione Obama, che vorrebbe rispondere con “trasparenza” alle recenti forti  ed autorevoli accuse di oscurantismo sulla morte dello sceicco.

Tale Stato islamico invece oggi è triste e vasta realtà, con un vasto e continuamente crescente numero di adepti. Decapitazioni, inutili atti che rivendicano massacri e sterminii non verranno sedati dall’Occidente lassista e buonista con una Crociata sui generis, come vorrebbe pseudoevangelizzare oggi Ferrara dalle colonne del Foglio. Lo Stato Islamico se la prende con la storia, distrugge la memoria, il crocevia di popoli che in Siria sempre fu. Vorrebbe, iperbolicamente e utopisticamente, rastrellare la storia dei popoli per imporre quella dell’Islam più cupo e radicale.

Vorrebbe, Isis, togliere la voce della memoria, e fermare il dialogo tra i popoli di cui la Siria è stata, ancora ieri, autrice sublime. Lo sta facendo, aiutato dai neocolonialisti, dai neocon, dai liberal, dai buonisti interessati, dai mussulmani non integralisti che sono complici perché si girano dall’altra parte, da Obama che anziché andare a rimediare al disastro che è scaturito dalla destabilizzazione totale del Medio Oriente…si è fatto finalmente l’account di Twitter.
Ogni giorno il mondo è un posto peggiore dove vivere. Ed ecco a cosa stiamo per rinunciare per sempre, nel nome di alcuni barbuti vestiti in babbucce e palandrana, che sognano di invadere Roma.

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Redazione Elzeviro.eu

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