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Amnesty International vuol farci ripagare Mare Nostrum

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State a vedere che alla fine ce la faranno riattivare. Non è bastato un anno di salvataggi e soldi investiti dalla sola Italia per far comprendere al mondo che il problema dell’immigrazione sta altrove. L’operazione Mare Nostrum è terminata lo scorso novembre 2014 dopo aver effettuato 558 interventi e salvato da morte certa più di 100.000 persone. L’operazione nata per sola iniziativa e generosità italiana, è stata sostituita, dopo un anno, dall’operazione Triton, un programma per il controllo delle frontiere a guida Ue.

Come c’era da aspettarsi l’Ue non mette a disposizione la stessa quantità di fondi che l’Italia aveva investito per Mare Nostrum, così nei soli primi tre mesi e mezzo del 2015 sono morti 900 migranti contro le sole 17 vittime del 2014, quando era in corso Mare Nostrum. I migranti sono morti 53 volte di più. Numeri che sono sulla coscienza degli alti funzionari europei, da Juncker a Schulz. Ora è in atto una pressione mediatica, istituzionale e anche privata affinché l’Italia si prenda di nuovo l’onere dell’operazione “salva-immigrati”.

Un esempio è il rapporto presentato a Bruxelles dalla Ong Amnesty International dall’eloquente titolo “L’Europa affonda nella vergogna“, in cui si chiede il supporto europeo per l’Italia e Malta affinché si riprenda il precedente modello di salvataggio. Una richiesta legittima che però non va ad intaccare minimamente la radice del problema.

L’immigrazione contemporanea non è un evento a sé stante, dettato dalla “fame” e dalla “disperazione” delle persone come la vuota retorica sinistroida vuole farci credere. Questa fame e questa disperazione sono state create dalle dissennate operazioni militari occidentali in nord Africa, Medio oriente e Afghanistan. La nauseabonda retorica del radical chic tende a non nominare la guerra, perché fa orrore pensare che i liberi paesi occidentali possano aver bombardato indiscriminatamente popolazioni civili, che in alcun modo avevano minacciata il nostro vivere.

Così evitando la parola “guerra” si evitano tanti discorsi scomodi, che metterebbero in imbarazzo non solo il nostro premier Renzi (fedele inserviente delle politiche imperialiste euro-americane), ma anche gli eminenti Juncker e Schulz che mai vorrebbero intaccare il loro idilliaco rapporto con BombObama.

Anche Amnesty preferisce non parlare di guerra occidentale, rifugiandosi in questo vuoto progetto che si pone l’obiettivo di salvare migranti, ma non quello ben più nobile di costruirgli un futuro migliore nel loro paese d’origine.  

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Redazione Elzeviro.eu

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