Vediamo, in cifre, l’azione di difesa della classe lavoratrice da parte di MADURO. – Regalo del I maggio per i lavoratori della Repubblica Bolivariana del VENEZUELA.
Il presidente Nicolas Maduro, successore di Ugo Chavez [con cui è ritratto nella foto sottostante], ha disposto l’aumento del 30% del salario minimo. Il decreto è vigente da venerdì primo maggio, e la variazione dell’indice del salario minimo si attesta al 52% rispetto al dato registrato all’inizio di quest’anno.
Già in novembre il salario minimo era stato incrementato del 15%, aumento entrato in vigore nel dicembre 2014, il ché ha portato i salari minimi a quota 4889,11 bolivares, circa 692 euro, in un paese dove il costo della vita è nettamente più basso rispetto a quello europeo.
In Venezuela, infatti, la spesa settimanale al supermercato per una famiglia di 4 persone è di circa 75€ a settimana, la bolletta elettrica mensile 4€, la benzina costa pochissimo: è il paese nel mondo dove il costo della benzina è il più basso: 0,02 € al litro, contro i nostri 1,7 (l’Italia è superata nel mondo solo da Norvegia, Hong Kong e in certi periodi dell’anno dall’Olanda).
L’incremento sarà scaglionato in due tranches: il 20% a partire dal 1 di maggio, e il restante 10% nel mese di luglio. Ma non è tutto. Ai suddetti aumenti di salario minimo bisogna computare la quota che concerne i buoni alimentari, che oscilla tra i 2300 ed i 3375 bolivares, quindi un’aggiunta che va dai 325 euro ai 477.
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