Scenario primo: le due cooperanti, che erano in rapporti evidentemente di conoscenza con le brigate islamiste partigiane che le hanno rapite, potrebbero essere d’accordo con i rapitori? Per pagare il riscatto, che dovrebbe essere intorno ai 10 milioni di Euro, il nostro paese userà il denaro ottenuto salassando il contribuente. Che poi le due signorine si spartiscano il riscatto con i terroristi per vivere nell’ambiente da loro stesse scelto?
La colpa naturalmente è loro, ma anche del governo italiano, tristemente noto per pagare ingenti somme per i riscatti. Pur non avendo un ruolo attivo nel conflitto siriano, rapire due italiane è un evidente modo per fare cassa. Con un governo con le palle, come può essere quello inglese, non si sarebbero arrischiati a rapire persone dalle quali non avrebbero potuto ricavare un soldo.
Scenario secondo: tra qualche anno probabilmente un soldato del regolare esercito siriano salterà in aria in un momento di tregua apparente. La bomba sarà stata posta colà dai ribelli partigiani dell’organizzazione che ha rapito le due donne, con un’arma comprata con i soldi del riscatto pagati dal governo italiano. Di chi sarà allora la colpa?
Chi collabora, coopera, finanzia, agevola o tratta in qualsiasi modo con i terroristi è da considerarsi un terrorista a sua volta.
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