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La Nato prepara l’offensiva e noi…paghiamo!

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Certo a sapere come sarebbe andata a finire forse avremmo evitato di scannarci durante il primo cinquantennio del ‘900. Mentre le nazioni europee si autosabotavano gli Stati Uniti se la ghignavano sotto i baffi, lontani anni luce da trincee e bombardamenti, non hanno dovuto far altro che tirar fuori qualche armamentario (facile per chi possiede fabbriche non bombardate) e giungere in Europa nelle vesti dei salvatori della pace e della democrazia. Tutto questo avrebbe comportato una totale sudditanza nei confronti di questi yankees un po’ arroganti e sempliciotti, capaci però di creare ad hoc un’alleanza in cui avrebbero recitato per sempre il ruolo di padroni assoluti.

Dopo il crollo del Muro di Berlino questo fardello si è fatto sentire ancor di più, perché se mentre prima vi era per lo meno l’illusione di dover erigere una barriera a fronte di un’improbabilissima avanzata dell’armata rossa, ora più nessun pericolo lega le nostre sorti con quelle americane. Già una volta le bombe Nato si sono permesse di intrufolarsi sul sacro suolo europeo, rovesciando le sorti della guerra serbo-kosovara. Oggi invece Rasmussen, segretario generale dell’Alleanza Atlantica, afferma in tutta tranquillità: “La Nato ritiene che vista l’attuale situazione sia necessario rafforzare la difesa collettiva dell’alleanza, ed e’ quindi stato deciso di schierare “immediatamente” aerei nei cieli orientali, navi nel mar Baltico e nell’Est Mediterraneo, e uomini e mezzi sul terreno dei paesi piu’ esposti“. Una vera e propria dichiarazione bellica che costringe ovviamente i partner della Nato a sottostare ai consequenziali incrementi nelle spese di guerra.

L’Italia ovviamente è compresa tra gli Stati membri e nonostante la nostra Costituzione ripudi la guerra come strumento di risoluzione delle controversie (art.11) invierà uomini e mezzi per favorire una delle parti in causa. Inutile ribadire l’inutilità dell’intervento italiano nel controverso contesto ucraino: l’Italia ha e aveva soprattuto sotto l’ultimo governo Berlusconi un rapporto privilegiato con la Russia, cosa che permetteva un favorevolissimo accesso al prezioso gas di Putin.

Qualora l’Italia intervenga sotto l’egida Nato questo rapporto commerciale andrebbe sicuramente a chiudersi, lasciando così il mercato italiano ed europeo alla mercè degli americani.

L’Italia dati alla mano spende 26 miliardi di euro annui nella settore della difesa militare (cui buona parte è attribuibile alle missioni Nato), la crisi ci impone di rivedere molti dei nostri accordi internazionali.

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Redazione Elzeviro.eu

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