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AMBASCIATORI/ il peso di una vetusta, costosissima e spesso inutile carica

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Molti fino a pochi giorni fa erano del tutto ignari dell’esistenza di un Ambasciatore della Repubblica italiana presso lo sperduto paese del Turkmenistan. L’individuo in questione è stato la scorsa settimana arrestato a Manila, dall’altra parte del mondo e molto lontano dal luogo del suo incarico, per violazione della lagge sui minori. Si dice che fosse intento a farsi la doccia con minorenni in un quartiere tristemente noto per lo sfruttamento dei minori.

Oggi, quando la notizia della latitanza di Dell’Utri diventa ufficiale, nelle intercettazioni un parente del discusso senatore si chiede come mai Marcello non si sia fatto nominare ambasciatore della Guinea-Bissau, paese dove la famiglia intrattiene amicizie nelle sfere di potere più alte. Lo stesso personaggio due anni fa si era rifugiato a Santo Domingo in seguito ad una sentenza poi annullata, cosa che gli face decidere di fare ritorno in patria.  

Gli ambasciatori italiani guadagnano, al netto di tasse, quasi due volte e mezzo i loro colleghi tedeschi.
Facendo invece un paragone tra le remunerazioni delle Eccellenze (titolo onorifico degli ambasciatori residenti) con quelle dell’Europa e dell’America del Nord sono quasi tre volte le entrate dei nostri egregi ambasciatori.


1: “A”: Ambasciatore; “MP”: Ministro Plenipotenziario; “C”:  Consigliere
2: “ISE”: “Indennità di Servizio all’Estero” 

Possiamo dunque notare le cifre astronomiche che intascano i nostri Eccellenti rappresentanti all’Estero: l’ambasciatore a Tokyo  raggranella 27mila euro netti al mese, a Mosca 26mila, a Parigi 21mila  fino a città del Messico, dove l’ambasciatore guadagna 18mila euro. Tali remunerazioni sono addirittura superiori rispetto a quelle di numerosi capi di Stato e derivano dalla somma di multiple voci.

Voci come lo “stipendio metropolitano” cioè quello preso a Roma, tassato e soggetto a trattenute previdenziali, che oscilla mediamente tra i 180-200mila euro netti l’anno, più della media del dirigente pubblico nazionale. A cui va aggiunta l’indennità di servizio estero (Ise), voce forfettaria onnicomprensiva che varia a seconda della distanza e del coefficiente di disagio della sede, è esentasse e può raggiungere cifre astronomiche. Mediamente 20mila euro al mese per l’ambasciatore, 13-18mila euro per i consoli.

Queste due voci si modulano a vicenda: quando il diplomatico va in missione (sono 123 attualmente all’estero) la prima voce pesantemente ma tale riduzione è sostituita e compensata dalla seconda. L’ambasciatore a Parigi, ad esempio, come stipendio guadagna soltanto 5.385 euro al mese, per di più soggetti a trattenute fiscali e previdenziali. Ma si potrà consolare con  un Ise da 15.610 euro esentasse.

Le retribuzioni di 901 diplomatici (31 ambasciatori, 201 ministri plenipotenziari e 357 consiglieri e 303 segretari) costino allo Stato 184milioni di euro l’anno, una media per persona di 199mila euro. Queste cifre, badate bene, sono al netto delle residenze incredibili gratis, delle varie indennità di sistemazione, trasloco, trasporto per i famigliari a carico, per l’istruzione dei figli nelle scuole internazionali e così via. Con il solito meccanismo della compensazione Renzi ha deciso di operare (risibili) tagli alle ambasciate, aumentando però le pensioni delle nostre Eccellenze.

Fa comunque piacere notare come le (poche) crisi diplomatiche internazionali vengano dai nostri Eccellenti signori risolte bene ed in fretta: si pensi al caso Battisti, o al caso Marò, per esempio. 

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Redazione Elzeviro.eu

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