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L’esattore Obama in Italia per difendere i suoi pargoli F35

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Si è conclusa oggi la visita ufficiale di Barack Obama sul territorio italiano. Un “tour” che gli ha permesso di incontrarsi faccia a faccia con alcune delle maggiori personalità nostrane, Renzi e Napolitano in primis, ma anche Papa Francesco. Motivi e risultati di questi incontri? Potremmo un po’ paragonarli alle visite occasionali che Carlo V si concedeva nelel terre del suo impero “dove non tramonta mai il Sole“, eppure allora per lo meno la popolazione locale mal sopportava l’atteggiamento imperialistico di un sovrano straniero.

Oggi invece pare rientrare tutto nell’ambito nella normalità. In una situazione di semi-crisi internazionale Obama si sta barcamenando alla ricerca della fiducia tra i vecchi e storici alleati (o meglio sudditi) degli States, oggi “minacciati” dalla vicinanza geografica della Russia di Putin. I temi trattati con le personalità politiche italiane sono stati infatti questi: le future sanzioni per la Russia, la situazione ucraina, l’aumento delle spese per la difesa dei paesi europei e dulcis in fundo la liberalizzazione del commercio energetico dalle sponde americane verso l’Europa.
Il disegno neanche troppo nascosto dietro tutto questo? Levare di scena quello che è stato fin’ora uno dei maggiori partner energetici dei paesi europei  per inserirsi sul mercato del Vecchio Continente a “tariffe vantaggiose” per loro. Le uniche voci che si sono levate contro questo sfacciato imperialismo americano sono state quella di Grillo: “viene in Italia e va dal Papa per farsi due foto, viene qui perché si è preoccupato della nostra riduzione delle spese militari degli F35“, e Giulio Marcon (SEL): “dopo l’incontro di con il Presidente americano consigliamo a Renzi, per quantoriguarda le scelte in materia di difesa e sicurezza, di mantenere un profilo di autonomia e di cambiare verso: sospendere definitivamente il programma di acquisto e utilizzare i risparmi per combattere la disoccupazione“.

E’ incredibile come questa sudditanza sfacciata nei confronti degli Stati Uniti venga ormai accettata come un fatto naturale, a fronte anche delle continue scelte improvvide compiute dall’amministrazione americana in politica estera. La politica aggressiva nei confronti del mondo arabo ha portato ben più pericoli a noi vicini europei che ai lontanissimi cowboy, che ora vorrebbero di nuovo instaurare una cortina di ferro tra le colonie americane in Europa e il nostro alleato di ieri, la Russia. 

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Redazione Elzeviro.eu

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