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Marò: ennesimo rinvio. Diplomatico indiano in Usa ammonisce: “queste cose possono andare molto per lunghe”

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Oggi sarebbe dovuta essere la giornata clue, quella nelle quale si sarebbe dovuta dipanare la questione più intricata di politica estera che concerne il nostro paese. Il tribunale di Nuova Dehli, però, si è prodotto nell’ennesimo ed inaccettabile rinvio. Rinvio che però non ha impedito, nei pochi minuti di udienza, di far sciorinare all’accusa la volontà di adottare la legge antipirateria in questo caso, la quale normativa prevede la pena di morte. L’Unione europea, e l’Italia, che aborriscono la pena capitale, reagiranno: parole di Enrico Letta. 

Le reazioni del governo italiano, anticipate da un tweet del premier Letta, si riassumono in questo comunicato: “Il capo di imputazione presentato oggi in India dall’Attorney General, che prevede di giudicare il caso dei due fucilieri di marina italiani sulla base della legge antipirateria (Sua), è assolutamente sproporzionato e incomprensibile: assimila l’incidente a un atto di terrorismo. L’Italia non è un Paese terrorista”. Palazzo Chigi specifica che si tratterebbe di una decisione lesiva dello Stato italiano e che, se avvenisse, avrebbe ripercussioni negative sulle relazioni bilaterali, con l’Ue e nella lotta contro la pirateria. La richiesta è quindi è quella di escludere completamente il Sua Act. In caso contrario “il governo si riserva di assumere ogni iniziativa”.

Intanto a Washington si è tenuto un importante convegno di politica internazionale vertente in particolare sulle relazioni Usa-India. Qui però l’ambasciatore indiano in America ha espresso il suo pensiero sulla torbida vicenda marò e sull’iter giudiziario: “A mia conoscenza”, ha detto il diplomatico Subrahmanyam Jaishankar  “l’iter verso l’individuazione dei capi d’accusa sta avanzando”, rispondendo a chi in sala aveva chiesto se il mancato rispetto delle leggi internazionali da parte indiana, specie nel caso dei marò, non avesse un impatto sulla proiezione mondiale del Paese. “Il punto – ha continuato l’ambasciatore indiano – è definire i loro capi d’accusa, anche se la gente in India ha ben chiaro che i marò italiani hanno sparato a dei pescatori indiani”. Tale processo, dice l’ambasciatore, potrebbe dilatarsi nel tempo a dismisura.

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Redazione Elzeviro.eu

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