40 giorni di manifestazioni contro il Parlamento di Sofia
La piazza ha assediato il Parlamento di Sofia lo scorso 23 luglio. Il motivo: l’opposizione alla volontà di porre il magnate dei media Delyan Peevsky a capo della sicurezza. Il magnate è stato più volte coinvolto in scandali di corruzione.
Le forze dell’ordine hanno creato un corridoio sicuro tra i manifestanti per scortare fuori dal Parlamento centinaia tra ministri, deputati e giornalisti. Erano rinchiusi da oltre otto ore.
C’è chi dice che la Bulgaria si sia risvegliata dal sonno sopraggiunto al termine delle rivolte anticomuniste dell’89.
E a 24 anni di distanza il simbolo di questa serie di rivolte è un poeta satirico. Edivin Sugarev, deputato dell’Assemblea Costituente nell’89 e anticomunista, era da 23 giorni in sciopero della fame. Alla fine è stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale, dove però non pare essere in pericolo di vita.
Le rivolte in Bulgaria sono caratterizzante dal modo pacifico con cui sono condotte, sia dai dimostranti che dai tutori dell’ordine.
La Bulgaria ha saputo scegliere come punto di riferimento per le proprie lotte uno scrittore. Ciò da la speranza che vi sia ancora qualcuno disposto ad ascoltare gli intellettuali e che questi non si siano completamente asserviti alla logica del profitto o della spettacolarizzazione della realtà.
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