Mario Draghi ha fatto un appello a tutti i popoli d’Europa.
Serriamo i ranghi intorno all’euro perché “Con l’euro abbiamo forgiato legami che sono sopravvissuti alla peggiore crisi economica. Ora è facile sottostimare questo impegno”.
Parole che fanno da eco a quelle che pronunciò Mario Monti anni addietro che definì la Grecia “successo dell’euro”. O a ciò che ebbe a dichiarare l’ex Presidente della Commissione Ue Romano Prodi: “Con l’euro guadagneremo di più lavorando di meno”. Una sequenza di assurdità che non hanno avuto la minima connessione con il reale. Come in un grande delirio onirico di massa questi pezzi grossi della finanza europea neoliberista (Draghi e Monti furono impiegati di Goldman Sachs mentre Prodi fu l’artefice delle privatizzazioni italiane) difendono un progetto indifendibile.
Inutile ricordare che dall’anno del suo debutto, 2002, l’euro ha letteralmente distrutto le economie europee, in particolare quelle mediterranee. I tassi di disoccupazione, sopratutto giovanile, si sono impennati, mentre i livelli di produzione industriale dei risparmi e dei consumi sono colati a picco. “Adottando l’euro l’Italia si è ridotta al rango di Paese del terzo mondo dovendo chiedere a prestito la moneta“, queste le parole usate da Paul Krugman, Premio Nobel per l’Economia.
La natura criminale del progetto euro la si può scoprire solo analizzandone le origini. Chi ha davvero elaborato la moneta unica? Viene così fuori che una prima bozza di un trattato molto simile a quello di Maastricht, la base della moneta unica, venne stilata da un certo Francois Perroux. Un economista francese molto attivo a cavallo tra le due guerre e partecipante del Comitè des Forges, un gruppo di pensatori/economisti che radunava le principali personalità dell’alta finanza europea. Perroux elaborò la sua bozza di trattato e l’idea di una moneta unica nel 1943, quando la Francia e la Germania erano ancora sotto la svastica nazionalsocialista.
Il progetto di Perroux era quello di creare una moneta unica in grado di soppiantare le economie mediterranee più deboli e dare all’asse Berlino-Parigi le chiavi del dominio economico d’Europa. Dominio economico tedesco? Vi ricorda qualcosa? Sembrerebbe che il piano di questo filonazista sia infine riuscito alla perfezione, consegnando a Berlino il controllo economico dell’Europa.
Schuman, lobbista dell’industria pesante francese e legato al mondo del carbone e dell’acciaio tedesco, insieme a Monnet, banchiere, continuarono il progetto lanciato dal filonazista Perroux gettando le basi di quella che diventerà tragicamente nota come Unione europea. La sequela di “brave persone” intorno al progetto euro continua poi con Jacques Attali, banchiere e braccio destro del Presidente francese Francois Mitterand, che in una conversazione con un altro economista Alain Parguez disse: “Ma cosa credeva la plebaglia europea? Che l’euro fosse stato fatto per la loro felicità?“. Questo “bel” personaggio fu una delle menti dietro la stesura del Trattato di Maastricht. Quello che oggi vincola gli Stati, non più sovrani, a non spendere per i propri cittadini.
L’euro è dunque un progetto pensato da nazisti e portato avanti da banchieri e lobbisti. Appare quindi evidente come questo non potrà mai essere espressione dei popoli e come sia quanto mai urgente fuggirne il prima possibile.
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