Dopo quarant’anni di fedele capo chino
alle peggiori nefandezze, tra cui stipendi faraonici a consulenti che per legge dovevano essere laureati, ma non lo erano, dopo decenni di smog oltre i livelli tollerabili (e tollerati dalle normative europee), dopo decenni di buche per le strade, piste ciclabili inesistenti e quasi sempre “promiscue”, per aumentare il numero di chilometri “ciclabili” dichiarati, dopo decenni di volemose bene e debito terribile della città (che chissà quanto incide sul debito pubblico italiano). Dopo decenni di silenzi e strizzate d’occhio alla giunta sinistrorsa ed ai feudatari decaduti Agnelli, ecco che oggi, Torino, decide di alzare l’ingrigito capo.
Oggi, infatti, per protestare contro la giunta Appendino e per dire fortemente il sì alla Tav,
dimenticando che il braccio Lione-confine italiano sarà comunque fermo fino al 2028, decine di migliaia di persone (perfino mia madre), hanno manifestato nel centro città. Persone di diversa estrazione sociale e politica: in piazza c’era da Forza Nuova ai sostenitori più a sinistra del pd (ci vuol poco) che sostengono Fassino (sic), agguerritamente sulle barricate in piazza. Età media piuttosto avanzata, ma comunque specchio del paese, piazza Castello è stata quasi riempita.
Torino si è svegliata, dunque?
Ciò che dovrebbe indurre a riflettere, però, è che tale accadimento avvenga quando de facto è stata superata un’egemonia incancrenita, che aveva piazzato in tutti i posti di potere i soliti figuri. Sembra quasi che la giunta Appendino, in carica da appena due anni, sia un capro espiatorio.
La domanda che ci poniamo, dunque, è: come mai non vi sono state proteste quando è stato introdotto il rincaro sproporzionato delle strisce blu, l’aumento assurdo dei biglietti del pulman, oppure, il più grave peccato di Chiamparino e compagnia: l’idea malsana di non progettare la metropolitana ad inizio anni Novanta, ma mettere al suo posto, nel 2001, il famigerato progetto di metropolitana leggera, ossia quel 4 pieno di gente che non paga e che si blocca appena c’è un cafone che si parcheggia sulle rotaie (cosa che succede spesso, considerata l’inerzia dei Vigili urbani e la maleducazione del cittadino torinese medio).
FA