TORINO – La città è tappezzata di manifesti educandi la popolazione sul fenomeno della “malasosta”, o almeno tale s’appalesa il nebuloso tentativo. Si vede un fuoristrada parcheggiato sul marciapiede e una donna con passeggino, il tutto molto stilizzato, che fa fatica a passare.
Punto primo: tappezzare la città di questi manifesti non ha dato i risultati sperati, tant’è che le vie nevralgiche della sosta selvaggia ancora seguitano ad essere intasate e si noti via Cibrario, via di residenza del Primo cittadino Appendino, come sia ancora una giungla selvaggia, oppure via Gramsci, dove l’omonimo bar con mega dehor anche invernale sia assediato dalla doppia fila delle auto di lusso dei suoi facoltosi ed abituali avventori.
I dehors d’inverno, un discorso che meriterebbe un articolo: tolgono posto ai parcheggi delle automobili e null’altro. Sordidamente vuoti, salvo per l’avventore che dal bar esce per fumarsi una sigaretta, ma per quel tempo non vuole stare in piedi.
Punto secondo: domenica del pedone stile Chiamparino, blocco diesel. Eh, però sono le stesse misure adottate dai predecessori Chiamparino e, in misura molto minore, Fassino. Sono passati più di quindici anni e la città resta la più inquinata d’Europa (forse dopo una città-ciminiera bulgara di cui non rammentiamo il nome).
Le soluzioni ci sarebbero, però: eccome. Estendere quella Ztl, costituita mettendo varchi in più vie possibile per fare comprare al Comune quante più telecamere (correvoce che l’azienda fosse di amici degli amici). Estenderla come a Bologna, Milano, Roma. 7,30/10,30 non è un orario sensato. E far fare multe.
Come mai in divieto di sosta e fermata, in via Cernaia, ancora e da anni, dopo averne scritto qui, su altri giornali torinesi e sui social a ripetizione, con documenti, video, ecc., le auto continuano a stazionare alla bell’e meglio prima dell’apertura del varco?
Premiare chi multa le situazioni di illegalità e irregolarità, perché no? Una scelta di vero coraggio, sarebbe. Non certo paventare, ora, di estendere la Ztl fino alle 17 (sic), ma solo quest’estate (super sic). Fare massiccio uso del carro attrezzi laddove i più opulenti e strafottenti guidatori in città se ne fregano delle multe: il disagio di star senza suv bianco (un esempio di auto totalmente a caso, per carità) per qualche ora e doverselo andare a prendere, forse, farà cambiare attitudini.
Forse, invece dei manifesti che vorrebbero educare la cittadinanza come nemmeno l’Urss degli anni Cinquanta, azioni concrete e fattive farebbero più al caso dei torinesi. Forse, poi, se proprio si vuole fare i maestrini, intasare il povero cementificato parco del Valentino di auto, in giugno, è qualcosa che non doveva essere di nuovo fatto. Come, peraltro, era stato auspicato in campagna elettorale dall’attuale sindaco che invece ha confermato la manifestazione: ma su questo punto torneremo. Eccome.
Chiara Appendino: se questo deve essere l’esperimento Torino, da esportare a Roma e in tutta Italia, si intende che la politica 5 stelle è quella del “meglio di niente”, anziché del “serve davvero”. Fuori le palle, sindaco.