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Quattro passi nel delirio…del traffico di Torino

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II Parte

Proseguiamo nella nostra indagine sulle zone calde del traffico di Torino e prima cintura, certi di fare un servizio utile ai cittadini ma anche all?attuale amministrazione comunale: in questo modo infatti il nostro contributo e i nostri consigli potrebbero essere assai utili se considerati con la dovuta umiltà da chi sa che deve migliorare la qualità del proprio lavoro a vantaggio della cittadinanza.

Altro esempio il semaforo all?angolo tra corso Tirreno e corso Siracusa. Anche qui per gli sfortunati che devono transitare lungo la direttiva di corso Tirreno, incombe analogo destino dei loro colleghi di corso Rosselli: code e lunghe attese in un rosso che dura un?eternità mentre il verde dura, sic, soltanto una manciata di secondi. Anche qui basterebbe il semplice buon senso e regolare in maniera diversa la tempistica del semaforo?e invece niente?o meglio si sono messe le telecamere per punire sempre e solo gli automobilisti se per un secondo passano con il giallo.

In questo l?amministrazione comunale è sempre stata efficientissima, come nella tradizione dei paesi del vecchio blocco sovietico dove la vita dei cittadini sudditi era spiata e controllata in ogni minima manifestazione di semplice vita vissuta. La nostra città è tappezzata di telecamere, ovviamente non per tutelare i cittadini dall?aggressione dei delinquenti ma per bastonarli ancora un po? e alleggerire i loro portafogli con qualche bella multa salata.

Altro esempio, questa volta andando un po? fuori porta, in corso Allamano di fronte alla Comau. Anche qui attese infinite in un contesto in cui sarebbe evidente pure ad un bambino di otto anni che il traffico maggiore e quindi da favorire come scorrimento è quello di corso Allamano e non quello molto ridotto che interseca questo benedetto incrocio. Anche qui da parte del Comune di Grugliasco, in questo caso, non si è fatto nulla per rendere un po? più scorrevole il traffico, ma, sempre nella perfetta tradizione dei paesi del vecchio blocco comunista, anche qui si è pensato bene di mettere una bella telecamerona per punire gli automobilisti che passano sempre con il giallo o che magari superano di due chilometri il limite di velocità, quindi oltre il danno anche la beffa.

Chi scrive ha assistito a incidenti mancati per miracolo a causa della frenata subitanea e pericolosa di chi a due metri dal semaforo ha visto il giallo e per paura di essere ripreso dalla telecamera ha inchiodato lasciando sull?asfalto un millimetro di pneumatici. Alla faccia della sicurezza di chi dietro questa giustificazione cerca soltanto di “fare cassa ai danni dei cittadini“.

Certo è altrettanto vero che i cittadini torinesi dovrebbero usare meno l?auto e affidarsi di più ai trasporti pubblici. Questo sarebbe sacrosanto e giusto in un contesto in cui i trasporti pubblici in qualche modo e pur con qualche limite funzionino. Ma così a Torino non è e bisogna avere il coraggio di dirlo denunciando una situazione che è ben diversa da quella che ci vogliono fare credere. Sempre a memoria di chi scrive a cavallo degli anni settanta e ottanta, grosso modo, a Torino venne adottata una rivoluzione del trasporto pubblico: la cosiddetta griglia.

In pratica se prima il trasporto pubblico era organizzato a raggiera con le direttive che partivano dal centro, con quella decisione il trasporto veniva rivoluzionato sulla base di un?organizzazione a griglia come una scacchiera. Purtroppo le conseguenze nefaste di una tale decisione le stiamo subendo ancora oggi: se prima con un bus si riusciva quasi sempre ad attraversare la città intera, ora per fare lo stesso tipo di percorso occorre salire e scendere più volte cambiando linea e prendendo coincidenze mai realizzate, con allungamenti dei tempi di percorso e con conseguente disagio degli utenti.

Prima, sempre a memoria di chi scrive, per sua esperienza diretta, esisteva il 34, un filobus che ti portava da piazza Bengasi fino a Largo Toscana in mezzora-quaranta minuti. Non inquinava, in quanto elettrico, e non dovevi scendere e cambiare mezzo. Meglio di così? . Ora provate a fare lo stesso percorso e vediamo quanti bus dovete prendere e quanto tempo ci mettete.

di Roberto Crudelini

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Di Redazione Elzeviro.eu

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