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Il piano del Comune di Torino per smantellare il trasporto pubblico

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TORINO – Il comune più indebitato d’Italia scopre all’improvviso di dover mettere a posto i conti, nonostante non debba più rientrare nel patto di stabilità imposto dall’ex Premier Monti.

Come spesso accade, a fare le spese di questo rapido cambiamento delle strategie di Palazzo Civico saranno i cittadini del capoluogo piemontese che vedranno la privatizzazione quasi per intero del trasporto pubblico locale. Dopo aver buttato migliaia e più euro nella costruzione di telecamere e dossi, che solo danni hanno arrecato al cittadino, ora il Comune richiama le proprie casse all’ordine e al rigore: Fassino ha preparato un bel piano di spacchettamento dell’azienda a compartecipazione pubblica che per ora detiene il monopolio dei trasporti.

Gtt, il nome dell’azienda, verrà divisa in quattro settori: parcheggi, trasporto pubblico locale, immobili ed infrastrutture in fibra ottica; il Comune di Torino si riserva di mantenere solo una quota di minoranza del trasporto pubblico. L’azienda Gtt finora non si era sicuramente distinta per efficienza e razionale gestione dei propri strumenti, anzi i torinesi dovevano fare i conti (specialmente negli ultimi due anni) con scioperi pressoché bisettimanali che di fatto annullavano il passaggio dei mezzi pubblici, già di per sé latente.

Senza contare l’immagine negativa consegnata alla cittadinanza all’atto di affibiare multe indiscriminate sui parcheggi della zona blu, anche se in questo agiva con la coresponsabilità del Comune.

Tuttavia la privatizzazione è la soluzione giusta per risanare un settore del genere?

Sappiamo che un mercato in concorrenza perfetta non può esistere e sappiamo i limiti e i difetti che un mercato composto da monopoli ed oligopoli può presentare: senza la libera concorrenza non funziona più il meccanismo che spinge i prezzi al ribasso, che di conseguenza si fermeranno alla cifra più significativa per generare utili al privato.

Ma il prezzo non è il solo problema di una privatizzazione del tpl: l’obiettivo di un’azienda privata è l’utile, di conseguenza se essa si dovesse accorgere che un proprio settore non potrebbe dare gli utili previsti, tale settore verrebbe tagliato. Immaginiamo una simile logica applicata al trasporto pubblico, con conseguente rivoluzione delle tratte e probabile concentrazione su quelle più affollate e tagli spregiudicati (fin quasi all’eliminazione) su tratte ritenute inutili.

La questione del passaggio da pubblico a privato è sempre delicata e in una reale democrazia avrebbe necessariamente il parere del popolo.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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