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La contraddizione: un carcere come un campus

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TORINO – L’inaugurazione del nuovo carcere minorileFerrante Aporti” ha lasciato alla popolazione torinese più interrogativi che altro.

La struttura è infatti dotata di numerose aree cosiddette “riabilitative” che consistono in in laboratori di informatica, arte bianca, ceramica, giocolieria, un polo di produzione del cioccolato e addirittura un campo da calcio. Più che un luogo rieducativo parrebbe un luogo ricreativo dunque, ma all’inaugurazione di ieri le personalità presenti hanno tutte speso parole d’elogio per il progetto quasi finalizzato.

L’Arcivescovo Nosiglia, al pari del collega Don Ciotti sempre attento alle tematiche sociali, si è così espresso: “ E’ giusto che il carcere diventi un luogo di redenzione“, anche il Sindaco Fassino non si è tirato indietro è ha espresso il suo plauso al tentativo di trovare misure alternative al carcere. Ed è proprio qui che casca l’asino.

La struttura inaugurata ieri, ma ancora in fase di costruzione (gli agenti di sicurezza temono addirittura che i cantieri non ancora ultimati possano favorire tentativi d’evasione), è costata fior fior di quattrini alle casse del Ministero degli Interni, casse che per altro non hanno la fama di essere stracolme proprio in questo periodo. Senza contare il fatto che alle suddette casse contribuiamo tutti noi cittadini.

La retorica del “troviamo misure alternative al carcere” trova la sua inadeguatezza nel momento in cui il cittadino onesto  deve sovvenzionare questi tentativi di recupero che oltre a risultare eccessivamente costosi, il più delle volte non danno nemmeno i frutti sperati.

Questo perché da una parte il carcere “normale” non si pone nessun obiettivo riabilitativo, mentre dall’altra si tentano queste vie di recupero che non vanno oltre alla dimensione ricreativa, insufficiente per la riabilitazione totale del detenuto. La soluzione, forse quella più percorribile, è il lavoro sotto pagato.

Ci sono mille modi per impiegare i delinquenti in lavori utili alla cittadinanza, senza lo spreco di denaro per mantenere le strutture carcerarie: la cura della pulizia di strade, prati e parchi è solo un esempio di quelle che potrebbero essere le attività riabilitative per chi si è macchiato di colpa.

Forse è ora di programmare realmente e non a parole queste “misure alternative al carcere“.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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