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L’occupazione dei Giovani democratici

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TORINO – I Giovani democratici del Pd di Torino hanno occupato la sezione del partito in via Masserano per protestare contro l’alea diffusa sulla situazione politica nazionale , che paventerebbe un governo di larghe intese. Allearsi con Berlusconi significa per molti giovani del Partito democratico scendere a patti (e lavorare a braccetto) con il nemico giurato. Quel signore che da anni è stato identificato, a torto o ragione, come l’origine principale di tutti i mali della politica italiana. Giovani stimati anche da Beppe Grillo, che assicura loro sostegno se riusciranno nell’ardua impresa di rinnovare il Pd dalle fondamenta. Tali giovani, perlomeno a Torino, però, ancora si danno del “compagno” e spingono per una rifondazione verso sinistra del partito. Mentre su La Stampa di oggi Piero Fassino apre ad un possibile scenario che veda Renzi come segretario di partito, i giovani spingono invece per un netto taglio con i popolari. Perlomeno a Torino la base giovane del centrosinistra, come dimostra anche lo scarso seguito del tour elettorale di Renzi presso il Palaisozaki in ambito di primarie, non dà seguito al sindaco di Firenze ed al suo programma liberale.

I temi invocati dai giovani Piddì, altresì sostenuti da due parlamentari tra cui il professor Giorgis, sono tre in particolare: – mai un governissimo insieme a Silvio Berlusconi, – resettare la dirigenza nazionale, ma anche locale del partito, tramite congressi da organizzarsi su tutti i livelli (in modo più democratico possibile), salvo poi specificare metodi di votazione esemplari e regole seguite alla lettera (non proprio come è stato nelle ultime primarie, per intenderci). – Tali congressi dovranno essere aperti, e non chiusi come è accaduto durante le ultime votazioni primarie.

Quello che è l’unico partito (e non organizzazione simil-monarchica o accozzaglia dell’ultimo minuto) d’Italia sta dando l’ultimo colpo di reni in fase agonizzante, e solo i giovani hanno facoltà di salvarlo. In modo democratico, ça va sans dire. Il metodo di partecipazione democratica di questa simbolica occupazione lascia qualche perplessità: 250 persone hanno parlato, tre minuti a testa: molto democratico, salvo per i non trascurabili fatti che non si possa costringere tutti ad ascoltare gli altri, ma anche che qualche maniaco di protagonismo pronto a sforare e ad alzare i toni si trova sempre. Un’iniziativa comunque lodevole: tra i vari interventi quello di Fabio Malagnino, coordinatore del forum Innovazione Torino, ci parla dell’unico modo (a veder suo) di risollevare le sorti del Pd, che in questi giorni è più che mai spaccato in correnti: “l’unica via per salvare il patrimonio di questo partito è ripartire dalla base, facendo capire alla dirigenza quanto è distante dal Paese”.

Oltre ad Andrea Giorgis era presente anche un’altra parlamentare, Anna Rossomando, la quale si è “scusata” con i giovani del Partito per il fatto che in Parlamento in seduta comune non si sia riusciti a far convergere sulla persona di Rodotà i voti del Partito democratico. I giovani del Pd di Torino non hanno gradito e le contestazioni nei confronti dell’onorevole non si sono fatte attendere.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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