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Piemonte shock: tutto il Consiglio regionale indagato

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TORINO – I tempi in cui un politico, ricevendo un avviso di garanzia, si ritirava dalla sua carica rassegnando le dimissioni in mano al Consiglio della sua istituzione sono lontani; talmente lontani che pensare di applicare oggi una prassi del genere farebbe sì che rimanessero al loro posto solo otto consiglieri regionali nella regione subalpina. Su 60 poltrone ne risultano indagate ben 52, Grillini compresi.

Persino il presidente del Consiglio regionale Cota risulta nel registro. Interpellato dai giornalisti, l’avvocato novarese ci tiene a chiarire la sua posizione: «Mi sono già recato spontaneamente dai pm per chiarire la mia posizione e sarò a loro totale disposizione per ulteriori chiarimenti. Ho sempre sostenuto in proprio – aggiunge il Presidente del Consiglio regionale piemontese – la maggior parte delle spese per lo svolgimento dell’attività politica. Ho utilizzato risorse del gruppo regionale per importi irrisori e nel rispetto di prassi consolidate, riducendo al minimo l’esborso di danaro pubblico.» Ricordiamo che Cota è stato promotore di una drastica legge regionale che impone tagli ai finanziamenti dei gruppi regionali, disponendo una riduzione dei costi della politica piemontese.

Il problema sta però nel verificare quali siano queste prassi consolidate di cui parla il governatore. E’ possibile che qualche consigliere, sull’onda di tali prassi consolidate, abbia cercato di spingere la consolidazione ad inglobare usi e costumi sempre più amplii?

Ad esempio il consigliere regionale Davide Gariglio (Pd) si difende, su contestati acquisti floreali con i soldi dei rimborsi, col fatto che tali omaggi sarebbero stati per le signore mogli dei colleghi: una prassi che non troppo sembra avere a che fare con l’attività istituzionale e che solo molto alla larga concerne la politica stessa.

Come Maurizio Lupi, Verdi Verdi, farà rientrare la spesa di videogiochi per i figli nel calderone della prassi sì allargata non ci è dato sapere: forse per tenerli buoni durante cene di rappresentanza istituzionale? Da qui ad allargare la spesa di danaro pubblico per le babysitters e dogsitters il passo è breve. Ci ricordiamo bene dell’ex candidato sindaco (4000 e passa preferenze) che nel suo monogruppo dei Verdi Verdi assunse figlia, moglie e un paio di fratelli…

Solo due esempi bipartisan giusto per non andare a fare i giustizialisti, in una situazione gravissima e tutta in evolversi, dove i consiglieri devono avere spazio per difendersi e dove i processi sommari non si palesano come una buona cosa, non ostante la prassi giornalistica non sempre si allinei su tale posizione. La questione però è rilevantissima e forse presa un po’ sottogamba dai media.

Si auspica pertanto che i processi reali e le inchieste (non giornalistiche) facciano piena luce sull’ombra che è stata gettata su tutto Palazzo Lascaris. Piena fiducia è riposta nel procuratore della Repubblica Giancarlo Caselli: anch’egli predica prudenza, come abbiamo già avuto modo di rilevare in quest’articolo la settimana scorsa : “Un milione di euro è stato razziato dai politici piemontesi?

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Di Redazione Elzeviro.eu

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