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L’Italia come il Bronx

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Brutale aggressione ieri sera a colpi di machete contro un capotreno da parte di una gang di sudamericani nella stazione di Villapezzone a Milano, l’uomo è stato sottoposto ad un delicato intervento per salvargli il braccio.

 

Il nostro paese, sulla via delle farneticanti istanze di una utopica e impraticabile società multirazziale da parte di una sinistra sempre più demagogica e moralmente autoreferenziale, sta diventando sempre di più una giungla, un Far West dove non si è neanche più sicuri all’interno di un treno. L’ennesimo e incredibile fatto di bestiale violenza di cui questa volta è stato vittima un incaricato di un pubblico servizio, è accaduto ieri sera verso le 21,45 sul treno locale proveniente dal sito dell’Expo alla fermata della stazione di Villapezzone nella periferia nordovest di Milano.

 

Il controllore capotreno, in servizio a quell’ora, avrebbe richiesto, come da regolamento, il biglietto ad un gruppo di ragazzi sudamericani, una delle tante baby gang stile Bronx che infestano impunemente i quartieri periferici di Milano. Alla sua legittima richiesta, i ragazzi avrebbero incominciato ad urlare e a insultare lo stesso pubblico funzionario fino a che uno di loro, prendendo dallo zaino un machete, non avrebbe incominciato a colpire la vittima con ripetuti colpi al braccio. Probabilmente i colpi erano diretti a tutto il corpo e il controllore ha forse cercato di difendersi alzando istintivamente il braccio che è rimasto così gravemente lesionato. Le telecamere a circuito chiuso, che hanno forse ripreso la scena, ci potranno rivelare quello che è successo realmente ieri sera sul treno del terrore.

 

Il bigliettaio è stato soccorso e aiutato da un altro dipendente delle Ferrovie che sarebbe stato a sua volta aggredito brutalmente dai delinquenti in questione. Alla fine, dopo gli agghiaccianti istanti del pestaggio bestiale, i ragazzi della gang sarebbero fuggiti scappando dal treno fermo sui binari della stazione. Sul posto sono arrivate subito svariate volanti della Polizia e della Polfer. Grazie al cielo gli stessi sarebbero riusciti a intercettare due dei ragazzi appartenenti alla banda di “latinos” mentre stavano cercando di dileguarsi nelle immediate vicinanze della stazione. Uno di loro presentava sui vestiti tracce evidenti di sangue che ora verranno sottoposte ad analisi del dna, mentre l’altro corrisponderebbe alla descrizione fatta poi alla polizia da alcuni testimoni scioccati e atterriti che erano presenti al momento della brutale aggressione.

Il capotreno, di anni 30, le cui condizioni sono apparse da subito gravi, è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico all’ospedale Niguarda dove i medici hanno tentato di salvargli il braccio colpito dal machete. Sembra, dalle ultime notizie, che la vittima sia ora fuori pericolo mentre per sapere se il braccio è stato salvato bisognerà forse aspettare ancora qualche ora. L’altro collega di anni 31, accorso in difesa dell’aggredito, se la sarebbe “cavata” con un grave trauma cranico frutto dei calci e dei pugni del gruppo di teppisti che evidentemente hanno scambiato il nostro paese per una specie di zona franca, un “sangrillà” del crimine dove tutto e possibile in un quadro di impunità quasi totale.

 

Quello che stupisce, ma anzi, vista la situazione attuale, è solo la conseguenza inevitabile di quanto sta succedendo in Italia, è che le nostre periferie, ma il discorso si sta allargando a macchia d’olio ormai a tutto il paese, siano divenute da tempo delle giungle dove il crimine è la regola e dove le persone per bene non vi possono entrare se non a loro rischio e pericolo. Le forze dell’ordine sembrano sempre più impotenti, per mezzi e per numero, di fronte al dilagare di una violenza sempre più brutale e bestiale dove, per una precedenza non data o per una “mancia” di qualche euro rifiutata al teppista drogato di turno, ti puoi ritrovare con un coltello piantato nella pancia o dove rischi, se donna, di essere picchiata selvaggiamente e poi stuprata dal branco.

A questo punto non possiamo che “tifare” per le iniziative di Maroni e degli altri governatori del centro destra che hanno ben chiaro il quadro di una situazione gravissima in cui il nostro paese, grazie all’irresponsabilità e all’incapacità di chi pretende di governarci, sta precipitando a velocità sempre più esponenziale. Siamo ormai giunti all’anticamera dell’anarchia, con uno stato sempre più forte con i deboli, ovvero gli inermi e impoveriti cittadini italiani e…sempre più debole, per congenita accidia e demagogia, nei confronti di chi sta trasformando le nostre strade in un inferno molto simile a quello del quarantunesimo distretto del Bronx. E’ arrivato forse il momento di dire basta.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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