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Due arresti tra Padova e Venezia per detenzione di esplosivo

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PADOVA – Due insospettabili cittadini italiani sono stato arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Piove di Sacco. I due recuperavano ordigni bellici risalenti alla Prima guerra mondiale. Quindi li sezionavano  e ne estraevano dell’esplosivo ad alto potenziale. Una quarantina i chilogrammi di materiale sequestrato dai carabinieri  in un’operazione condotta tra il 27 e il 28 febbraio scorsi, tra le provincie di Padova e Venezia.
Undici i chili di esplosivo recuperati dall’arma già estratti, mentre è stato rinvenuto un altro ordigno di 37 chili ancora da sezionare. I militari dell’Arma ipotizzano collegamenti delle persone coinvolte con la criminalità locale. In corso di accertamento quindi se questo tipo di esplosivo potesse essere utilizzato anche per assalti a sportelli bancomat o a furgoni portavalori, nonché per gravi ritorsioni o estorsioni.

Si tratterebbe quindi di criminalità locale, nessun collegamento, sembrerebbe sul fronte dell’allarme terrorismo  
I carabinieri di Piove stavano da tempo sulle tracce di un “tecnico” specializzato nel maneggiare ordigni. Le indagini li hanno così condotti alla perquisizione, all’alba del 27 febbraio, a Pontelongo, nei confronti di un 51enne del posto, B.M., trovato in possesso di un proietto d’artiglieria del primo conflitto mondiale e di 19 munizioni di vario calibro.
Immediato il collegamento e la successiva perquisizione all’abitazione di un compaesano 31enne, M.N., al quale è stato sequestrato un proietto da contraerea della stessa epoca. Per questi due soggetti è scattata la denuncia a piede libero per detenzione abusiva di munizionamento da guerra.

Lo specialista invece è stato rintracciato in via Montegrappa nella frazione di Arzerello a Piove di Sacco. Secondo gli inquirenti, lo specialista, un costruttore edile 41enne, Stefano S., ricopriva il ruolo di tecnico nella materiale gestione degli ordigni e degli esplosivi. Sul retro della sua abitazione, all’interno di un container, i militari hanno rinvenuto 11,36 chilogrammi di “ecrasite“, un potente esplosivo utilizzato per il confezionamento di ordigni da guerra, un innesco-detonatore di fabbricazione artigianale, due proietti da cannone da 149 e da 100 millimetri, risalenti al primo conflitto mondiale e privi del loro contenuto detonante, due granate dello stesso periodo (una delle quali tuttora offensiva), due baionette e 57 cartucce di vario genere, sempre della Prima guerra mondiale.
 
Della banda fa parte anche un 52 enne di Cavarzere, nel veneziano, S.G., il quale avrebbe coadiuvato lo specialista nel sezionare i due imponenti proietti con l’utiizzo di una grossa sega a nastro con raffreddamento ad acqua, operazione che aveva consentito ai due indagati di estrarre dall’ordigno il copioso quantitativo di ecrasite. Anche per il 52enne è così scattata la denuncia per concorso in detenzione di esplosivo.  

Le indagini si sono successivamente indirizzate su una ditta di Camponogara, sempre nel Veneziano che, in regolare con le autorizzazioni di legge, si occupa delle operazioni di individuazione, prelevamento e recupero di ordigni da guerra. È infatti emerso che, uno dei dipendenti, il 51enne Silvio B., del posto, all’insaputa dell’azienda, estranea ai fatti, era riuscito ad entrare in possesso di un proietto da cannone da 149 millimetri, del peso complessivo di 37,60 chilogrammi, risalente al primo conflitto mondiale, ma tuttora attivo, quindi potenzialmente in grado di sprigionare tutto il suo devastante potenziale offensivo. Per lo “specialista” di Piove e il “compare” di Camponogara sono scattate le manette, con l’accusa di detenzione illegale di esplosivi, ordigni bellici e munizionamento. I due sono stato tradotti in carcere, dove si trovano a disposizione dell’autorità giudiziaria.  

Gli ordigni e i materiali rinvenuti sono stati posti sotto sequestro e custoditi in  idonei depositi autorizzati per la custodia degli esplosivi. Le indagini, coordinate dalle procure di Padova e Venezia, proseguono per verificare la provenienza degli ordigni e degli esplosivi ritrovati, nonché per accertare la destinazione di un così ingente e preoccupante quantitativo di materiale esplodente, contraddistinto da una spiccata capacità distruttiva.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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