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ECOMOSTRO: nessuno può chiamarsi fuori

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Abbiamo preso a cuore le vicende di questo comune, governato dal ’46 da amministrazioni rosse. Ecco le ultime da Sezze.
                                     —Chi legge scrive—
SEZZE (LT) – Non stupiscono chi scrive le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal consigliere comunale Lidano Zarra, ex sindaco di Sezze, nel merito della vicenda Ecomostro-Anfiteatro. Si tratta palesemente di un puerile tentativo di tirarsi fuori, attribuendo responsabilità anche ad altri, che restano comunque corresponsabili. Come dire, tu
tti colpevoli nessun colpevole. Ma la realtà è altra.

Fissiamo innanzitutto un punto fermo: per quanto riguarda la nostra azione finalizzata a fare luce su uno SCEMPIO costato milioni di euro alla collettività, essa è arrivata, dal punto di vista dell’iter amministrativo, dove doveva arrivare. Siamo partiti dal Comune di Sezze, siamo passati attraverso la Regione Lazio e siamo giunti alla Comunità Europea.

Il 20 Marzo 2013, tanto per parlare chiaro, cioè tramite gli atti ufficiali e non facendo chiacchiere, come ben sa Zarra e come ben sanno gli altri amministratori, l’Autorità di Gestione del Docup Ob.2, ha inviato alla Regione Lazio ed al Comune di Sezze una nota “definitiva” tramite la quale ha comunicato la richiesta di restituzione del relativo finanziamento, in quanto l’intervento “non è operativo”. E qualcuno ancora tenta di far credere che quell’obbrobrio possa essere portato a termine, con ulteriore sperpero di denaro. 

La verità è che si è trattato di una operazione trasversale e consociativa, partita con gli atti dell’ex sindaco Giancarlo Siddera, continuata con le ruspe sotto l’amministrazione Zarra e portata avanti dall’attuale sindaco Andrea Campoli. Ma quale continuità amministrativa e quale obbligo a seguitare nella perpetrazione di un disastro ambientale, storico ed economico! 

Altro dato e non bla bla: il 18 Ottobre 2005, sindaco Zarra, l’APT di Latina diffidava il Comune di Sezze a “sospendere immediatamente ogni intervento sull’area”, che era di proprietà APT ed era stata concessa al Comune per la realizzazione di tutt’altro progetto. Il direttore APT, Paolo Graziano, comunicò direttamente alla Regione Lazio che il Comune di Sezze non aveva tenuto conto di questo progetto preliminare, procedendo autonomamente e che nonostate richieste di chiarimenti “non si è avuto alcun riscontro“. Perché Zarra non ne ha tenuto conto? Perché l’attuale sindaco Andrea Campoli, all’epoca consigliere provinciale, ha fatto orecchie da mercante? 

La verità è che il cerchio si sta chiudendo e tutti, ribadiamo tutti gli amministratori, cominciano a preoccuparsi. Non solo i sindaci quindi, ma anche quei consiglieri che questo disastro hanno provocato con il voto favorevole. | Lettera del Movimento libero iniziativa sociale

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Di Redazione Elzeviro.eu

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