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La repressione di Trieste

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Come prevedibile, siamo arrivati alla aperta repressione di una manifestazione pacifica di lavoratori a Trieste.

di Diego Fusaro

Gente pacifica, che si oppone all’infame tessera verde della discriminazione e del controllo e che, appunto, viene repressa con scene memorabili: idranti che sparano acqua su inermi donne e uomini seduti per terra. Questa è l’immagine del potere neoliberale, questa è l’immagine del golpe globale e della svolta autoritaria, di cui l’Italia è laboratorio avanguardistico.

I sedicenti antifascisti sono, in buona parte, quelli che legittimano questa repressione squadrista ignobile gestita dal governo dell’ex uomo di Goldman Sachs e dei suoi guitti bluette a destra e fucsia a sinistra.

Il loro antifascismo archeologico

è il loro penoso alibi per accettare e supportare la nuova violenza senza volto dell’ordine neoliberale. La destra bluette e la sinistra fucsia, le due braccia del banchiere euroinomane e del potere tecnofinanziario, sono solo le stampelle del nuovo ordine repressivo. Siamo solo all’inizio. Come ho provato a mostrare nel mio “Golpe globale.

Capitalismo terapeutico e grande reset”, ora le persone iniziano a uscire dal lockdown cognitivo e a capire cosa sta accadendo: e prendono atto del fatto che l’emergenza come metodo di governo ha reso possibile una svolta autoritaria in seno al capitalismo. La repressione è ora aperta, ogni maschera è caduta.

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