L’irreversibilità del degrado culturale in cui è tramontata la sinistra contemporanea, si palesa anche di fronte alle incongruenze che accompagnano i giudizi storici su alcune importanti personalità. Pensiamo, ad esempio, ai casi di Fidel Castro ed Orson Welles.
Il primo viene ancora dipinto da molti esponenti dell’area come uno dei più grandi rivoluzionari del ‘900, nonché simbolo della liberazione dei popoli oppressi, mentre il secondo è considerato un artista sensazionale, poliedrico e visionario.
Senza perdersi in giudizi di merito né sull’uno, né sull’altro, viene spontaneo domandarsi: se ripetessero al giorno d’oggi le gesta che li hanno resi celebri, quale accoglienza riceverebbero dagli stessi opinionisti che tessono le loro lodi?
Con tutta probabilità, Castro verrebbe percepito come una pericolosissima deriva populista nel cuore dei Caraibi, di fronte alla quale dovremmo insindacabilmente appoggiare Batista, mentre Welles sarebbe accusato di essere il padre della più grave ed irresponsabile fake news della storia.
Filippo Klement