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Hacker che non pensano

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Chissà quale complicato algoritmo ha permesso agli hacker di entrare, a cavallo di un virus, nel database di Ashley Madison. Il sito, per chi non lo sapesse, è quello che nel mondo raccoglie più fedifraghi (più di 21 milioni): si rivolge ad un’utenza di persone sposate, la stragrande maggioranza sono uomini, che vogliono intrattenere una relazione fuori dal vincolo coniugale. Moralisti d’accatto, gli hacker hanno minacciato il sito di divulgare i dati degli iscritti al sito carpiti con l’hackeraggio. Non per soldi, ma evidentemente per ragioni morali, gli hacker hanno minacciato la diffusione dei nomi se l’azienda non avesse chiuso il sito (e pure un altro, sul genere, gestito dalla stessa compagnia). Alla Ashley Madison non si sono piegati al ricatto, anche se una chiusura cautelativa sarebbe stata antieconomica, ma auspicabile.

Auspicabile soprattutto perché gli utenti pagano 20 dollari per la riservatezza dei loro dati personali. Ora l’azienda verrà affossata dalle cause dei clienti, ma quello che ci preme sottolineare è il comportamento degli hacker. Essi non hanno evidentemente pensato alle situazioni ed alle implicazioni. Quanti tra gli utenti sputtanati amano la moglie? Quanti tra i milioni di utenti sono giustificabili? A quanti la loro moglie ha smesso di curarsi di avere una relazione sessuale? Quanti hanno una moglie obesa, depressa, malata e/o in sedia a rotelle, ma la amano? Soprattutto: quanti tra questi mariti fedifraghi, o magari nemmeno ancora, si suicideranno a causa della rivelazione? I primi casi giungono dall’America, ma vi sono numerosi iscritti altresì in Italia… Gli hacker li avranno sulla coscienza.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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