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I preti che hanno fatto della disobbedienza una virtù si scagliano buffamente contro Messori

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Alcuni sacerdoti chiamano alla crociata papolatrica contro Messori. E’ già carnevale?

Ciò che rimane del progressismo ecclesiale – molto poco ggiovane, anzi decisamente canuto – si regala per Natale una “crociata papista” (papolatrica?).  Quelli che la stampa ha definito “sacerdoti arcobaleno” (ma che si firmano tutti senza “don”, preferendo il sostantivo prete) promuovono l’appello “contro l’avvertimento di stampo mafioso a Papa Francesco”. Farinella, Antonelli, Santoro, Bizzotto, Zanotelli, Ciotti e altri, con corollario di asfittiche comunità di base e consorterie teologiche assortite, mettono nel mirino Vittorio Messori .
Il giornalista e grande apologeta cattolico (il suo “Ipotesi su Gesù” ha di certo prodotto più conversioni che la chiacchiera esegetico-sociologia delle novelle “guardie svizzere di complemento”!) si è permesso, infatti, di scrivere per il Corsera (24 dicembre 2014) un editoriale dal titolo “Bergoglio è imprevedibile per il cattolico medio”

Un atto sotto cui, quelli che sono stati i protagonisti della disobbedienza ad almeno un poker di Papi, vedono le oscure trame della reazione clericale (con un’interpretazione almeno capziosa di un passaggio iniziale autodefinitorio dello scritto messoriano: “una sorta di confessione che avrei volentieri rimandata, se non mi fosse stata richiesta“).  Da qui l’appello che vuole manifestare “al Papa che non è solo, ma che, rispondendo al suo incessante invito, tutta la Chiesa prega per lui (cfr. At 12,2). È la Chiesa dei semplici, delle parrocchie, dei marciapiedi, la Chiesa dei Poveri, dei senza voce, dei senza pastori, la Chiesa «del grembiule» che vive di servizio, testimonianza e generosità, attenta ai «segni dei tempi» (Matteo 16,3) e camminando coi tempi per arrivare in tempo”.

[In foto: don Santoro] 

 

Nel suo scritto Messori si chiede, tra l’altro, quanto sia sincero l’interesse che il Papa suscita. L’appell

o dimostra che c’è almeno una parte (invero assai marginale, se stiamo ai numeri) di  cristiani, ci sia permesso rivoltar loro contro una parte dell’appello, che si fanno tattici “difensori tetragoni del «primato di Pietro» e dell’«infallibilità del Papa» solo perché i Papi, incidentalmente, pensavano come loro”. In questo caso, per essere più puntuali, si dovrebbe scrivere: un Papa che si può far credere che la pensi come loro. A (s)proposito di sincerità.

Contro Messori si è schierato anche un altro vecchio arnese della Teologia della Liberazione: Leonard Boff.  L’ex-francescano che sosteneva, ancora nel 1987, che l’Urss dà persino maggiori garanzie a quanti desiderano vivere cristianamente, perché il socialismo offre migliori condizioni all’ esistenza del cristiano autentico”. Questo campione di perspicacia attacca frontalmente il giornalista. Scrive che “ha provato a danneggiare questa gioia (del Natale), al buon pastore di Roma e del mondo, papa Francesco. Ma invano perché non conosce il senso di misericordia e di spiritualità di questo Papa, virtù che sicuramente non dimostra Messori”. Continua, poi, definendo Messori “un convertito che, a mio parere, ancora deve portare a termine la sua conversione con il ricevimento dello Spirito Santo”.


C’è evidentemente il tentativo, da parte del turboprogressismo clericale, di strumentalizzare il Papa per rappresentare mediaticamente l’impossibile (andando verso il mondo si viene semplicemente assorbiti: non v’è più né Chiesa né cristianesimo) loro vittoria.

Vittorio Messori, in realtà, mette in atto una libera riflessione che non spiacerà al Papa vero (non quello dei papolatri interessati a trovare conferma delle proprie prospettive più che della Verità). Ha scritto, giustamente, su “Tempi” Pino Suriano: “Si è parlato spesso, e giustamente male, del concetto di “cattolico adulto”, ovvero svincolato in tutto e per tutto dal giudizio della Chiesa e del suo Pontefice. Io però non sopporto neppure quello adolescente, ovvero tanto affascinato e sognatore da innamorarsi dei propri miti senza metterli mai in discussione, come si fa a 15 anni con i cantanti. E di tutto abbiamo bisogno, ma non di certo di un Papa “mito”, intoccabile rock star”.


Chi ha creduto allo stolto mito della sintesi tra marxismo e cattolicesimo, in ultimo in forme pacifinte e di “professionismi della bontà”, vorrebbe ora imporci il mito del Papa che dà loro ragione.  E che Messori agisca per conto di una “mafia conservatrice” che combatte il rinnovamento evangelico e di Francesco.  Troppo, davvero… anche un “cattolico infante” come il curatore di questa rubrica sa che… per il carnevale e i suoi farseschi lazzi bisogna aspettare passi l’Epifania.

 

Marco Margrita

@mc_margrita

 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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