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L’enigma di Lampedusa: chi è il vero nemico?

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C’è un oscuro disegno dietro tutto questo, oscuro solo di facciata, perché all’occhio più attento risalta invece un piano ben strutturato ed indirizzato verso la sua immonda fine.

Il ventunesimo secolo è quello di sciacalli speculatori, pronti a sacrificare la propria esistenza nell’atto di creazione del denaro dal nulla, solo ed esclusivamente per loro stessi; un’operazione che l’educata filosofia liberista chiamava “massimizzazione del profitto”, ma che in realtà genera un effetto, non secondario, ovvero la “socializzazione dei rischi“, rischi che possono assumere la forma di debiti, di povertà e soprattutto disperazione.

Quella stessa che crea le ondate migratorie, che, in questi numeri, checché ne dicano certi sinistri individui, non sono NORMALI! Perché una persona costretta a tagliare i ponti con la propria terra, la propria storia e la propria famiglia, a causa di povertà e guerre è un fenomeno ben più profondo della semplice curiositas che spinge gli uomini a cercare interazione tra loro. Non c’è curiositas nelle migliaia di persone che attraccano a Lampedusa, c’è bensì un senso profondo di tristezza di aver lasciato la propria storia al di la del mare, consapevoli di cominciare sì un’altra vita, ma sempre come schiavi globalizzati.

E’ la globalizzazione di tutto e per tutti che ci ha letteralmente fottuto fisicamente e mentalmente, perché è un processo totalitario ed in quanto tale occupa ogni ambito della nostra vita con ritmi evolutivi folli e sconnessi che non permettono più il controllo da parte dell’uomo. E tutto questo è stato fatto solo ed esclusivamente per creare e muovere enormi masse di capitale attraverso il mondo! Pensateci un attimo: con internet un’operazione finanziaria a distanza di migliaia di chilometri può essere fatta con un semplice click e l’omologazione di tutti i regimi della terra a quello democratico ha permesso l’apertura di qualsiasi mercato esistente.

Ma tutto questo non è un bene, come farneticano i vati del libero scambio, perché le masse di capitale si muovono, fuggono e scappano manipolate da infami mani, così da affamare, distruggere, per poi ricostruire e speculare di nuovo. Dalla trasposizione dell’essenza umana in entità divina di Feuerbach siamo passati all’oggettificazione dell’uomo e umanizzazione di un oggetto, il denaro, universalmente eletto come artefice del destino umano.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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