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Juve innaMorata della Champion’s!

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La Juve compie l’impresa al Santiago Bernabeu: prima subisce la rete di Ronaldo su rigore ma poi reagisce e con Morata da la zampata decisiva che la porta alla finale di Berlino.

 

L’ostacolo Santiago Bernabeu è stato superato: La Juve esce indenne dal quel catino infernale che 33 anni fa ci vide trionfare al mundial spagnolo. I blancos di Carletto Ancelotti si devono inchinare alla superiorità tattica dei bianconeri che, rispetto ai madridisti forse tecnicamente superiori, hanno sfoggiato complessivamente una maggiore coesione a livello di gruppo dimostrando di essere più squadra. Merito di Allegri che, raccogliendo lo scomodissimo testimone di Conte, ha saputo non solo mantenere lo spirito vincente del gruppo ma è riuscito a dare quel qualcosa in più che ha permesso di esportare all’estero un modello che ora potrebbe fare scuola in Europa.

La Juve ha dimostrato che, pur partendo da una situazione finanziaria decisamente meno florida rispetto ai campioni di Spagna, si può azzerare il gap economico mediante una gestione oculata nella scelta degli uomini e sopratutto mediante la scelta delle giuste alchimie umane e tattiche. Ora davanti ai bianconeri ci sono due finali, di cui la prima in Coppa Italia contro una Lazio abbastanza penalizzata da un sistema che proprio non riesce ad essere equidistante e garante e l’altra di fronte ai mostri sacri del calcio mondiale. Una finale che vedrà la miglior difesa del continente opporsi al trio micidiale formato da Messi, Neymar e quel Suarez contro cui Chiellini e l’Italia intera cercheranno di consumare la giusta vendetta sportiva per quel morso che ci ha fatto fuori dal Mondiale.

Un Barcellona che, come molti vanno sostenendo non senza un filo di ragione, in una partita secca si può anche battere, anche perché non è che la Juve là davanti non abbia proprio nessuno: Tevez, contro il Real particolarmente in ombra insieme a Pirlo, se saprà di nuovo essere l’Apache che conosciamo potrebbe far molto male ai blaugrana, mentre Morata protagonista assoluto di queste due semifinali, potrebbe covare vecchi propositi guerreschi di un derby di Spagna eterno e secolare.

La partita al Bernabeu ha avuto un andamento ondulatorio con la Juve che parte subito forte nei primissimi minuti dimostrando di non essere venuta a fare la vittima sacrificale di turno. Poi i bianchi pian piano prendono le misure e iniziano a stringere d’assedio, come ci si aspettava alla vigilia, l’area juventina. Ronaldo incomincia a spaventare con una punizione respinta dalla barriera e poi sulle…ali dell’entusiasmo di Carvajal e di Marcelo, incominciano a piovere palloni su palloni dalle parti della porta difesa da un Buffon in versione mundial. Il portierone nazionale si fa sentire eccome dai suoi urlando e redarguendo ogni minimo errore prendendosela pure con il direttore di gara, è lui il vero e insostituibile leader carismatico di questa squadra.

Si arriva così al minuto 22° quando James Rodriguez viene toccato un po’ ingenuamente da Chiellini in area e si prende il conseguente calcio di rigore che Ronaldo trasforma tirando centrale e spiazzando Buffon che invece si getta alla sua destra. Nel secondo tempo Allegri decide di spostare un po’ più avanti Vidal a ridosso di Morata e di un Tevez dalle polveri un po’ bagnate e…mai mossa fu così azzeccata: al 12°, da una precisa punizione, Pogba devia di testa verso il centro dell’area dove Morata prima controlla il pallone e poi con una freddezza da killer d’area lo piazza con un perfetto tiro alle spalle di Casillas che se lo lascia passare tra le braccia. Da questo momento in poi il Real aumenta ancora di più la propria pressione perché sa benissimo che per andare almeno ai supplementari serve come il pane un goal che pareggerebbe il risultato dell’andata. La Juve arretra ma non si lascia schiacciare sotto il rullo compressore madridista anche perché riesce prima con Marchisio e poi con Pogba a mettere alla prova Casillas e al tempo stesso le cronarie degli ottantamila del Bernabeu.

La difesa bianconera riesce da par suo a chiudere tutti gli spazi come lo sanno molto bene le altre diciannove squadre del campionato e il Real schiumante rabbia non riesce a sfondare anche perché sua maestà Ronaldo dopo il goal su rigore sparisce letteralmente dai radar della partita. L’assedio diventa veemente e furente negli ultimi palpitanti minuti ma la retroguardia bianconera continua a reggere l’urto fino al liberatorio fischio finale del signor Eriksson. E ora prepariamoci alla madre di tutte le battaglie che si giocherà sabato 6 giugno a Berlino: comunque vada a finire sarà bellissimo esserci.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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