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Roma e Inter de profundis!

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Notte da brividi per le italiane: ne lasciamo sul campo tre su cinque. La Roma sprofonda in casa contro una grande Fiorentina e scatena la contestazione dei tifosi. L’Inter perde anche a San Siro contro i coriacei tedeschi e abbandona del tutto i suoi sogni europei. Non basta un grande cuore al Toro che sbatte contro il super portiere dello Zenit e vince grazie ad un’incornata di Glik al novantesimo: troppo poco per passare il turno. Facile trasferta per il Napoli che colpisce una traversa e si accontenta di controllare la partita. Oggi i sorteggi di Champion’s e di Europa League.

 

Notte da incubi per i tifosi di Roma, Inter e Torino. Se dal punto di vista della bandiera l’uscita della Roma ad opera della Fiorentina nulla toglie al nostro calcio nostrano, le altre due eliminazioni fanno male e lasciano il segno. L’Inter era chiamata ad un’ultima prova di coraggio, si sperava in una rimonta, due goal da mettere a segno senza subirne, impresa difficile ma non impossibile. Vedendo la partita e facendo i dovuti paragoni con l’altro match di Champion’s tra i bianconeri e i tedeschi del Borussia, possiamo senz’altro dire che i ruoli al Meazza sembravano invertiti: la squadra nerazzurra al cospetto degli avversari è sembrata il Borussia al cospetto della Juve. Troppo lenta la manovra che non ha quasi mai portato l’Inter a impensierire il portiere avversario con l’eccezione del solito Palacio, l’ultimo ad arrendersi di fronte all’evidenza di un’inferiorità tecnica lampante e quasi imbarazzante.

Il Wolfsburg come la Juve si è limitato a colpire al momento opportuno affondando come una lama nel burro nella disorganizzatissima difesa nerazzurra. Prima Caligiuri, splendido oriundo italiano, poi Bendtner mettono la parola fine alle ultime illusioni di una stagione fallimentare. Mancini in questo non è riuscito a fare il miracolo che un po’ presuntuosamente ci si attendeva da lui. Ora bisognerà ricominciare tutto da capo e, a giudicare da quello che si respira nell’ambiente, prima di ricominciare un ciclo occorrerà un tempo lungo e congruo: qui infatti si tratta di ricostruire un palazzo dalle fondamenta e un palazzo non sorge in una settimana.

Sul fronte Torino non basta una gagliarda partita ai commoventi ed eroici uomini in granata, perché hanno avuto la sfortuna di trovarsi di fronte una vera e propria saracinesca che al secolo fa Ludygin, vedere la doppia respinta sulla linea di porta prima sul colpo di testa a botta quasi sicura di Martinez e poi su tentativo ravvicinatissimo di Gazzi. Il Toro sospinto dai trentamila dell’Olimpico ha cercato di gettare il cuore oltre l’ostacolo andando vicinissimo al goal in altre tre occasioni: con Quagliarella, Glik e Farnerud ma senza riuscirci. Ci è voluto di nuovo il solito capitano a trasformare in rete tanta e tale pressione ma ormai era troppo tardi nonostante i sei minuti di recupero concessi. Se un appunto tecnico va fatto al Toro è semmai quello relativo alla sua solita mancanza di cattiveria nell’area avversaria, una certa sterilità a cui certe volte non basta il rattoppo del solito Glik tuttofare, vero e proprio bomber e faro della squadra torinista. Il Toro per carità non si trova nelle stesse condizioni dell’Inter e, nonostante la differenza di punti in classifica, della Roma e quindi pensiamo che con un paio di innesti di cui uno là davanti, il prossimo anno i granata potranno dare un giusto seguito ai segnali di ripresa attuali, ai tifosi la pazienza di aspettare solo qualche mese.

Discorso diverso per la Roma che, dal recente altare, è passata alla polvere senza neanche rendersene conto ma soprattutto senza sapere neppure il perché. Alla Fiorentina bastano 21 minuti per smembrare le residue speranze dell’ambiente giallorosso. Prima il rigore per fallaccio inutile di Holebas ai danni di Mati Fernandez realizzato da Gonzalo Rodriguez, poi un incredibile regalo di Skorupski ad Alonso che la mette dentro tranquillo tranquillo. Infine una gran capocciata di Basanta che svetta come l’Everest sugli Appennini per lo 0-3 finale. Ciliegina sulla torta la traversa del solito Salah nel secondo tempo che spacca la Roma, il suo ambiente e la sua incavolatissima tifoseria che, dopo aver lasciato la curva, ci ritorna e chiama a rapporto la truppa con il suo capitano che, questa volta senza cellulare per il selfie, almeno ci mette la faccia. Sembra paradossale che una squadra ancora seconda in campionato sia piombata in un tale e simile incubo, un incubo che non accenna a finire ma che ha tutta l’aria di durare almeno fino al risveglio e…se continua così, non sarà un bel risveglio perché, oltre al danno attuale, ci potrebbe essere pure la…beffa della possibile colazione a letto, con tanto di fiorellino sul vassoio, servita dagli odiatissimi cugini.

Tutto facile per il Napoli che nel gelo moscovita si limita a controllare le inutili folate offensive dei padroni di casa finendo per essere comunque più pericoloso se non altro per il mancato goal di Higuain e la traversa colpita da Mertens. Oggi tutti con il fiato sospeso per i sorteggi, tra Champion’s ed Europa League ci rimangono tre squadre su sedici ancora in lizza  che, tradotto in brutali cifre matematiche, vuol dire più o meno un venti per cento di presenza a livello europeo, non sarà un trionfo ma pur sempre la confortante constatazione che stiamo pian piano tornando ai fasti passati.

Inter-Wolfsburg:  1-2
Torino-Zenit San Pietroburgo: 1-0 
Roma-Fiorentina: 0-3 
Dinamo Mosca-Napoli: 0-0 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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