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Alla Roma non basta il cuore: il City la sbatte fuori dalla Champion’s

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La Roma non ce l’ha fatta: in un Olimpico finalmente pieno ha più volte sbattuto contro il muro eretto dal City mettendo sul campo tutte le energie che aveva e forse anche qualcosa di più. La squadra inglese dalle casacche vagamente…laziali, ha semplicemente messo sul piatto il suo enorme potenziale tecnico, minimamente scalfito dalle assenze di Yaya Touré e di Aguero, assenze che in altri contesti sarebbero state devastanti. La potenza d’urto della corazzata inglese, che prima dell’avvento dei soldi esteri poteva essere paragonata al massimo ad un dragamine, è bastata a porre fine alle speranze di una squadra, la Roma, che a pieno diritto ambiva a proseguire nel suo cammino nell’Europa che più conta. Ora la compagine di Garcia dovrà fare di…necessità virtù e accomodarsi nel salotto stracolmo di italiane dell’Europa League e magari provare ad arrivare fino alla fine, anche perché, al di là di tutto, è sicuramente meglio vincere il secondo torneo continentale piuttosto che diventare magari…soltanto vice campioni d’Europa.

La Roma ha fatto il suo interpretando la partita come doveva aggredendo il City e mettendo la gara su ritmi infernali grazie anche alle furiose sgroppate di un Gervinho assatanato. Il primo squillo è di Holebas che, servito a dovere da capitan Totti, al 5° impegna severamente Hart nella sua prima parata. Al 10° è Gervinho a tentare la sorte con un tiro che sorvola la traversa. L’ivoriano sembra caricato a molla e il suo diretto controllore Zapaleta fa fatica a tenerlo a bada. Il City non rimane però a guardare e, non appena la Roma offre il fianco, ci si infila come una lama nel burro. Dzeko fa subito venire i brividi ai sessantamila dell’Olimpico quando al minuto 14 colpisce di testa mandando il pallone fuori di poco. Ljajic, uno dei migliori in campo, un minuto dopo manda il pallone alto sulla traversa. La partita al minuto 21 potrebbe sbloccarsi perché prima De Sanctis neutralizza un tiro ravvicinato di Milner e poi sul contropiede romanista Gervinho impegna severamente Hart che riesce a deviare in angolo. Al 38° è Maicon ad impegnare il portiere avversario ma il suo tiro potente è centrale e viene bloccato senza problemi. Un minuto dopo è di nuovo Gervinho che, servito da Nainggolan, si beve Clichy e tira quasi a colpo sicuro ma l’onnipresente Hart  para. Il Manchester comunque, minuto dopo minuto, si fa sempre più intraprendente e al 39° Milner spara il pallone in bocca a De Sanctis. Si va negli spogliatoi sul risultato di 0-0, risultato che alla luce della contemporanea vittoria del Bayern contro il Cska Mosca, varrebbe per la Roma tanto oro quanto pesa: infatti il risultato dell’andata di 1-1 garantisce ai giallorossi maggior peso a causa del goal segnato in trasferta. Un equilibrio comunque instabile che può cambiare da un momento all’altro.

Il secondo tempo ricomincia con lo stesso spartito suonato negli ultimi quindici minuti del primo, con la Roma che va avanti a ondate ma che offre il fianco alle rapide manovre del City che è sempre…mortalmente in agguato. Al minuto 58 è Pjanic ad impegnare Hart che riesce nuovamente a deviare in angolo. Ma passano appena due minuti ed ecco il capolavoro, non ci sono altre parole, della serata: Nasri dal limite dell’area fa partire un destro al fulmicotone che schizza violentemente sul palo alla destra di De Sanctis per poi fiondare in rete. Pensiamo a ragione che neppure l’uomo ragno avrebbe potuto arrivare su un pallone del genere. Di fronte ad un tiro così, preciso come una palla da biliardo ma al tempo stesso molto più potente, non si può fare altro che inchinarsi: solo i fuoriclasse, e Nasri lo è, possono infatti illuminare il campo di gioco in modo così meraviglioso e imprevedibile. La Roma appare come stordita, ora il baratro dell’eliminazione non è più un’eventualità ma una realtà contro cui i giallorossi e Garcia devono trovare al più presto rimedio. La Roma dopo aver accusato il colpo prova comunque a ripartire a testa bassa mettendo tutto quello che gli resta a livello di gambe, polmoni e cuore.

Nainggolan al minuto 64 prova a raddrizzare la partita, di goal a questo punto ce ne vorrebbero però due, e calcia con violenza e rabbia un pallone che potrebbe andare dentro ma anche questa volta Hart dice di no deviando in angolo. Al 66° Ljajic fa una grande azione sulla sinistra scartando mezza difesa con finte e controfinte ma il suo tiro finale non è preciso e sorvola alto la traversa. Garcia decide di giocare il tutto per tutto e manda dentro Iturbe al posto di uno sfinito Gervinho e Destro al posto di Totti. Al 72° arriva l’occasione giusta per riaprire la qualificazione: prima Manolas di testa colpisce in pieno il palo che in questo modo salva Hart che forse non ci sarebbe arrivato e poi Demichelis salva sulla linea una deviazione sotto porta di Destro. Garcia manda in campo Florenzi al posto di Maicon rischiando tutto quello che rimane da rischiare. In questo modo però la Roma rischia inevitabilmente di sbilanciarsi ancora di più e infatti al minuto 86 arriva puntuale il raddoppio dei citizen: Nasri, ottimo anche come assist man, serve l’accorrente Zapaletas che brucia De Sanctis. La partita in pratica finisce qui ma francamente a questa Roma non si poteva proprio chiedere di più: l’eliminazione brucia eccome ma almeno si può dire che la squadra giallorossa è stata eliminata da una squadra semplicemente più forte.

Forse c’è da dire che…l’inizio della fine per la squadra di Garcia è stato probabilmente il 7-0 patito in casa contro il Bayern, una debacle quella che ha forse minato le certezze romaniste soprattutto dal punto di vista psicologico. Da allora per la Roma è stato tutto un altro torneo. Ora resta l’Europa League conquistata a dispetto del Cska, un torneo che comunque non solo a questo punto potrebbe vedere proprio la compagine di Garcia come protagonista ma che potrebbe pure dare, nel caso di vittoria, la possibilità di una bella rivincita nella Super Coppa Europea. Coraggio…non tutti i mali vengono sempre per nuocere.

 

Roma 4-3-3: De Sanctis, Maicon (Florenzi), Manolas, Yanga Mbiwa, Holebas, Pjanic, Keita, Nainggolan, Ljajic (Iturbe), Totti (Destro), Gervinho, all. Garcia;

 

Manchester City 4-2-3-1: Hart, Zapaleta, Mangala, Demichelis, Clichy, Fernandinho, Fernando, Milner, Jesus Navas (Silva), Nasri (Kolarov), Dzeko (Jovetic), all. Pellegrini;

 

arbitro: Mazic (Serbia);

 

migliore Roma: Gervinho 7;

migliore Manchester City: Nasri 9;

 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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