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Lazio: dove osano le aquile

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A settembre nessuno, ma proprio nessuno, aveva indicato la Lazio come una delle protagoniste del campionato. Un atteggiamento questo degli addetti ai lavori giustificato da una certa storica ritrosia di fondo nel considerare la compagine laziale come una grande del calcio italiano. Sulle colpe dei media, spesso incredibilmente proni ai voleri delle potenze del calcio nostrano, abbiamo già ampiamente parlato a suo tempo, dimostrando come da almeno cinquant’anni a questa parte, il novantacinque per cento delle attenzioni mediatiche siano pedestremente dedicate a Juve, Milan e Inter e ora anche alla Roma e in parte al Napoli, mettendo nel dimenticatoio tutto il resto. Un resto formato da squadre che hanno contribuito non poco a fare la storia del calcio italiano, vedi Genoa, Torino, Lazio, Parma, Fiorentina e la stessa Verona e che si devono accontentare di racimolare le briciole in termini di tempo mediatico a disposizione. Stiamo parlando ovviamente di quel misero cinque per cento restante da dividere tra loro mettendoci dentro anche le altre dieci formazioni tra le quali un certo Cagliari che rappresentò l’ossatura della Nazionale ai tempi di Giggirriva.

Tutto questo la dice lunga sugli interessi legati al peso finanziario ed economico delle potenze che comandano e tirano i fili del teatrino del calcio italiano. Come non accorgersi d’altronde del differente peso accordato all’indomani del sesto risultato positivo della Lazio, con i giornali più attenti ad analizzare al microscopio le cause della crisi delle milanesi, che non ad analizzare i motivi per cui ad esempio le due squadre genovesi stanno monopolizzando le zone alte della classifica insieme alla Lazio. La storia si ripete ed è sempre stato così e continuerà ad esserlo almeno fino a quando si ragionerà in termini di peso mediatico e soldoni di fatturato, dimenticando che in questo modo si continua a fare un’informazione incompleta, monca e…malata di cortigianeria che poco ha a che vedere con una visione approfondita e reale ma soprattutto obiettiva del calcio giocato. 

Tornando ai due posticipi del decimo turno, la squadra capitolina, dopo un primo tempo esaltante che l’ha portata sul tre a zero con le splendide reti del sempre presente Mauri e del suo panzer ritrovato, si siede o meglio subisce il ritorno del Cagliari formato Zeman. Un autogoal di Braafheid e un’ingenuità difensiva di Ciani e poi di Jordjevic che si perde il suo uomo di riferimento, ridanno fuoco alle polveri di un Cagliari che, pur in dieci per metà della ripresa, si riversa, come solo le squadre di Zemanlandia sanno fare, nell’area avversaria mettendo a repentaglio le coronarie dei trentamila dell’Olimpico. Grazie però ad un’azione perentoria e spavalda al tempo stesso di super CandrevaEderson, dopo un anno di purgatorio, sigla il definitivo 4-2 con un tap in facile facile che ridona il sorriso a chi per lungo silenzio parea fioco.

Pioli, con 16 punti ottenuti nelle ultime sei partite, si sta dimostrando allenatore all’altezza di una piazza così difficile e impegnativa come quella romana, un allenatore che ha saputo finalmente dare un gioco e…che gioco, alla squadra affidatagli da Lotito. Se e quando la Lazio gira a pieno regime sembra essere in grado di imporsi o comunque di mettere in seria difficoltà qualsiasi squadra indipendentemente dal blasone e dalla caratura tecnica e…fra tre settimane all’Olimpico si giocherà Lazio-Juventus. Una partita questa che promette scintille anche perché, ora come ora, il divario in classifica tra le due squadre non è più infinito come un tempo: sei punti in tutto che possono essere tanti ma anche incredibilmente pochi.

Qualcuno ieri sera ha storto il naso di fronte alla paura improvvisa e all’atteggiamento rinunciatario del secondo tempo che ha rischiato di far evaporare il bellissimo sogno confezionato nel primo. Ma anche in questo caso va dato a…Cesare/Zeman quel che è di Cesare: la squadra cagliaritana non è una compagine sprovveduta e le quattro “pere” confezionate in casa dell’Inter lo stanno a dimostrare. A differenza però dell’Inter, alla quale, in barba alla classifica attuale, i giornali continuano a dedicare fiumi di inchiostro, la Lazio non si è fatta travolgere e ha tenuto botta allungando di nuovo nel momento più delicato della partita. Bella la novità di Lulic in versione assist man: suoi i passaggi che hanno permesso all’e-miro laziale la prima doppietta della stagione ma sua anche l’incredibile “sciapata” sotto porta su chirurgico assist di Candreva il migliore in campo. Ora forse i giornali e le televisioni si decideranno a dare qualche decina di secondi in più alla squadra più bistrattata del campionato, ma la cosa più importante sarà quella di dare una speranza ai tanti tifosi che non hanno mai smesso di amare la loro squadra del cuore anche se di questa non parla quasi mai nessuno.


Nell’altro posticipo serale il Cesena, nonostante lo splendido goal del francese Rafael, subisce nella ripresa il pareggio del Verona ad opera di Gomez autore di una palobella di testa imparabile e beffarda. Il Verona poi si salva negli ultimi concitati minuti grazie alle parate di San Rafael su tiri di Djuric, quasi a botta sicura, e di Cascione. Un punticino che serve abbastanza alla squadra di Mandorlini che giovedì aveva fermato sull’1-1 anche la squadra di Pioli, ma che serve a poco al Cesena che continua a languire nella zona pericolosa della classifica.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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