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Lazio resurrexit sicut Pioli dixit. Udinese sul podio del campionato

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Nei posticipi finali di una quinta giornata lunga come l’anno della fame, Lazio e Udinese mandano un bel messaggio al campionato: al tavolo delle grandi vogliono esserci anche loro. Un’appendice finale che ha cambiato la classifica relegando anche Palermo e  Parma all’ultimo posto insieme all’Empoli e al Sassuolo. Sia i bianconeri che i biancocelesti alla fine hanno messo in campo la loro superiorità tecnico-tattica e questo è bastato per un complessivo 8-2 che sembrerebbe confermare come in entrambi i casi non ci sia stata in pratica partita. Se questo in effetti può essere in gran parte vero per l‘Udinese, mai in difficoltà contro un Parma che sembra ancora alla ricerca di una sua precisa identità specialmente in difesa, nel caso della Lazio le cose non sono andate proprio così.

Il Palermo ha giocato e incantato per quasi tutto il primo tempo mettendo in campo tutta la classe di cui poteva disporre, Dybala in primis, Vazquez in secundis, Belotti in tertiis. Nei primi quarantacinque minuti sono infatti fioccate le occasioni da goal per i rosa nero ma la difesa della Lazio questa volta ha tenuto botta grazie anche ad un modulo di gioco decisamente più tranquillizzante con Parolo e Onazi davanti alla difesa e con Lulic, Mauri e Candreva dietro l’unica punta Djordjevic. La partita, che sembrava segnata sui binari di una quanto meno prevedibile vittoria della squadra di Iachini, nel secondo tempo ha avuto la sua svolta clamorosa perché la Lazio aveva in…serbo tre goal del suo attaccante più…l’ultimo Parolo per chiudere la pratica sul 4-0 finale.

Diciamo che il Palermo ha semplicemente fatto la stessa fine che aveva fatto la Lazio nelle tre sconfitte precedenti, con possesso di palla reiterato e ripetuto spreco di occasioni solari sotto porta, mentre la Lazio si è…semplicemente travestita da Milan e da Genoa concretizzando quattro palle goal sulle cinque-sei avute complessivamente  in tutta la partita. Complice comunque, come dicevamo, un assetto più logico e più adatto alla coperta non proprio lunghissima a disposizione di mister Pioli. Djordjevic  alla fine è esploso come non ci si aspettava confezionando una tripletta da applausi che ora lo inserisce di diritto nel novero dei bomber del campionato. Il primo goal è arrivato facile facile ma il merito è stato anche suo per essersi fatto trovare al posto giusto nel momento giusto. La seconda rete, esemplare per tecnica e tempismo, con finta, dribbling sull’avversario diretto e pallone a giro che è andato ad insaccarsi alla destra del portiere avversario. La terza frutto di un preciso e mortifero diagonale tirato  quasi da fondo campo. E sarebbero stati pure quattro se il serbo non si fosse fatto parare uno splendido colpo di tacco sotto porta. Ha chiuso la pratica Parolo con un goal da destra che ha fatto piombare La Favorita in un contrito silenzio. Il Palermo di Iachini ha giocato non bene ma benissimo per larghi tratti della partita ma alla fine ha pagato la solita puntuale e maledetta legge del calcio: quando ti affatichi nel vano tentativo di metterla dentro e, anche a causa della sfortuna, non ci riesci, alla fine arriva puntuale la punizione da parte di chi, risparmiando invece energie vitali, si limita a cogliere semplicemente l’attimo fuggente e la Lazio, questa volta, di…attimi ne ha colti ben quattro.

 

L’Udinese ci prende gusto a rimanere a ruota delle due regine e, vincendo con il Parma, si ritrova ora a 12 punti, a sole tre lunghezze dalla copia di testa e con alle spalle ad un punto l’altra sorpresa del campionato: la Sampdoria per la gioia del suo focoso e genuino presidente Ferrero. La squadra friulana continua a sfruttare gli ultimi fuochi (ma saranno poi veramente gli ultimi?) del suo bomber ultra stagionato Di Natale che non solo, a questo punto, arriverà a mangiarsi il panettone ma anche la colomba pasquale e questa estate…la focaccia di Recco. Il buon Totò a questo punto ci dica come caspita fa a mantenersi così in forma alla sua età, trentasette il 13 ottobre auguroni, quali accortezze usa, quali furbizie adopera per ingannare un’evidenza anagrafica che lo dovrebbe vedere ormai tranquillamente adagiato in poltrona per incarichi di prestigio presso la società per cui lavora. Insieme al Pupone rappresenta un caso di longevità sportiva da inserire nei testi che si occupano di questo misterioso tema perché qui si sfidano appunto le leggi fondamentali della biologia umana.

Questi due terribili vecchietti, ai quali va aggiunto anche un certo zio Toni, sono la conferma di come la cara vecchia razza latina o italiota, fate voi, rappresenti ancora il meglio che il Vecchio Continente può esprimere, un’eccellenza che se la ride di date anagrafiche e di logici e…fisiologici declini ma che continua a dire la sua e…a dirla anche bene. Tornando sulla…terra, la partita, dopo la doppietta del signore di cui sopra, ha avuto il suo definitivo epilogo con le reti di Thereau e Heurtaux che ha incantato lo stadio del Friuli con una rovesciata da incorniciare nell’album delle figurine Panini. Il Parma ha fatto quello che attualmente può e cioè non molto, grazie al calcio di rigore messo a segno dal solito StraCassano e alla successiva rete di Mauri. Ma il problema è e resta una difesa colabrodo. Se Donadoni non riuscirà a trasformare la…groviera in duro e stagionato parmigiano, per la sua squadra il campionato potrebbe presto trasformarsi in un calvario con tutte le funeste conseguenze del caso.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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