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Juve e Roma micidiali, frena e frana il Napoli. E’ bagarre per L’Europa e la salvezza.

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COMMENTO AL CAMPIONATO

 

 

La ventinovesima giornata di calendario ha sancito l’ormai indiscussa superiorità della Juventus seguita da quella, quasi altrettanto lapalissiana, della Roma. Il resto delle partecipanti al torneo deve accontentarsi di spartirsi le briciole, ovvero i preliminari di Champions, l’Europa League e…la quota salvezza.

Sabato hanno iniziato le danze la Roma e il Torino, rispettivamente e nettamente vincitrici sulle pericolanti Chievo e Livorno. La Roma, inventandosi Taddei come registra arretrato, una novità questa dai risvolti assolutamente intriganti, va in goal sul campo del Chievo prima con Gervinho e poi con Destro grazie all’invito splendido proprio del “sor” Taddei. Per il Chievo la constatazione consolatoria che non sarà dalle grandi che potrà e dovrà prendersi i punti salvezza. Per i giallorossi la convinzione di essere, già da adesso, i vice campioni d’Italia e…scusate se è poco. Il Toro torna alla vittoria dopo il periodo di quaresima forzata, e lo fa con l’imperiale Immobile che stende il povero Livorno con un tris…d’asso del calcio. Se non fosse stato per il prodigioso Bardi il punteggio avrebbe pure potuto  prendere connotati tennistici.

Nell’aperitivo domenicale il Parma si fa “impantanare” sul risultato di 1-1 dal solito magico Grifone genoano: un fisiologico rallentamento per Cassano e C. dopo la splendida cavalcata dei mesi scorsi. Nel pomeriggio plumbeo dello stadio Meazza, il signor Bonaventura stacca un bell’assegno da due goal mandando la dea bergamasca nel paradiso dei 40 punti, la seconda vittoria consecutiva in trasferta dopo quella ai danni della Lazio. L’Inter invece quest’anno continua ad andare in altalena come le azioni di Piazza Affari, e chissà se Tohir, a questo punto, avrà fatto, a sua volta, un affare a comprare… . In quel di Marassi va in onda invece la mattanza doriana nei confronti di un Verona sempre più in bambola ma soprattutto sempre più demotivato e fuori dai quartieri alti. La Sampdoria riesce così a superare il Milan e a sistemarsi in una zona assolutamente tranquilla e tranquillizzante.

Il Bologna, con la disperazione di chi non ha più nulla da perdere, riesce a vincere di rigore su un Cagliari che a questo punto dovrà incominciare a guardarsi dietro le spalle: una tristezza vedendo soprattutto l’incertezza che aleggia sulla società e sul mitico stadio di chi meriterebbe invece ben altra considerazione. L’Udinese del sempre vivo Totò vince di misura contro il Sassuolo relegandolo al penultimo posto davanti al solo Catania. Per l’Udinese è comunque solo e soltanto un episodio felice all’interno di un’annata da dimenticare e da usare solo come trampolino di lancio da cui ripartire per nuove avventure future: la speranza di tornare ad essere se non grande almeno grandina, ci sono ma il patron Pozzo, grande intenditore di calcio,  dovrà darsi da fare e anche molto per tornare agli antichi fasti.

Nel tardo pomeriggio il Napoli viene sconfitto e umiliato in casa dalla Fiorentina che non ti aspetti grazie anche all’espulsione per fallo da ultimo uomo di Ghoulam. I Viola ne approfittano subito andando a chiudere i conti a tre minuti dalla fine grazie al goal di Joaquin e alle solite nefandezze difensive di un Napoli che ora non solo ha perso l’obiettivo del secondo posto ma, se continua così, rischia pure di perdere quello del terzo, visto che la Fiorentina ora è a “soli” 7 punti di distanza il che, tradotto in soldoni, vuol dire soltanto un paio di vittorie e un pareggio di differenza.

In serata la Juve, grazie all’ennesima prodezza dell’apache Tevez, riesce, come da copione, a vincere sul campo del Catania che, per la verità, ce la mette tutta a far male alla vecchia signora ma la fortuna evidentemente è amica dei più forti e, viceversa, ostile a chi ne avrebbe più bisogno. Nella partita succede di tutto e di più con i due tecnici, giustamente, espulsi per eccessivo…vocalizio sonoro e con Bergessio nelle vesti più romantiche del pugile che non in quelle, più pratiche e più utili per la sua squadra del giocatore di calcio.
Nell’Olimpico sempre più amaro per la copia intristita di Lotito e di Tare, continua a latitare o sarebbe meglio dire… Lotitare, l’apporto e il calore della gente laziale. Dopo il troppo pieno e il…troppo vuoto, ecco la versione del…troppo indifferente, con la curva ormai sempre più estranea alle vicende calcistiche che si svolgono sul tappeto verde ma sempre più incarognita verso chi vorrebbe vedere sparire dietro l’orizzonte del cupolone. Quella tra la Lazio e il Milan è la sfida tra le più deluse del campionato, due malate croniche che vanno avanti tra spizzichi e bocconi fermandosi e tornando spesso indietro come nel gioco dell’oca. I problemi sono uguali ma discendono da cause differenti. Il Milan risente di un evidente ma fisiologico afflosciamento psicologico oltre che della mancanza, al di là della buonissima volontà di Kakà, di fosforo a centro campo, mentre la Lazio risente soltanto degli sbagli cronici di una gestione societaria non all’altezza.

Il buon Reja anche con il Milan ci ha provato a chiudere la partita ma quando a tua disposizione non hai attaccanti alternativi all’unico vecchietto di classe, sempre più spesso fuori per marcata visita, cosa puoi fare? Nulla…se non affidarti alla buona sorte o all’altrettanto buona volontà di terzini e centrocampisti. E si sa, se manca quello che la manda dentro, puoi dannarti l’anima quanto vuoi ma quella palla ci sono altissime probabilità che dentro non ci vada per niente. Il pareggio di testa del tata Gonzales rappresenta soltanto  la conferma di quanto detto sopra.
D’altronde, può pure essere vero che la Lazio non vince più in casa perché non sufficientemente supportata dai suoi tifosi, ma è altrettanto vero che gli stessi tifosi non hanno alcuna colpa se la stessa Lazio si è ritrovata in organico giocatori del calibro di 
Makimwa, Saha, Alfaro, Perea e adesso il trentaduenne malato cronico Postiga. E parliamo solo dei…”grandi attaccanti” che avrebbero dovuto garantire il tanto sospirato salto di qualità… .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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