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Roma nun fà la stupita stasera: Juve a +3.

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Il punto sul campionato.

La Roma, ancora imbattuta, colleziona il suo quarto pareggio consecutivo contro una signora Atalanta e la Juve, un po’ baciata dalla fortuna, agguanta la vittoria contro l’Udinese di Di Natale all’ultimo respiro.

 

La quattordicesima giornata del nostrano torneo ha vissuto i suoi primi palpiti sabato nel bel pareggio emiliano tra Parma e Bologna. A dare spettacolo, come gli succede da un po’ di tempo a questa parte ci ha pensato Stra Cassano con una delle sue perfette invenzioni: un tiro fulmineo al volo che non lascia repliche e che regala il pareggio ai padroni di casa. Ora saremmo anche…stra felici se il “Pibe” di Bari vecchia tornasse a rivestirsi di azzurro…chissà se il buon Cesaretto ci farà contenti. In serata il solito Toro, generoso ma debole di visceri quando si tratta di mantenere quanto conquistato, si fa raggiungere sul pari per la milionesima volta in questo campionato, cosa che gli consente di continuare a vivacchiare a metà classifica anche se probabilmente meriterebbe, visto il valore dell’organico, molto di più: chissà, forse un buon psicologo di gruppo potrebbe fare alla bisogna per i nostri timorosi  soldati di Ventura.

A pranzo abbiamo assistito, nello stadio del Catania a…quel diavolo di un Massimino. Un Milan che evidentemente si sta riprendendo, così pare, da tempeste societarie e tifoni tattico-tecnici. Certo sono pochi in Italia a potersi permettere allo stesso tempo di avere un Montolivo, un Super Mario ma soprattutto di…mandare il pallone a Kakà, anche se non saranno pochi i tifosi siciliani che ci…avrebbero mandato l’arbitro, colpevole di non aver dato un rigore solare a favore del Catania, di aver sorvolato altrettanto solarmente su un fallaccio di De Jong su Barrientos e infine per aver spedito anzitempo a fare la doccia Tachtsidis colpevole di…essersi fatto anticipare da Balotelli e di non essersi per tempo amputato la gamba vittima della tremenda legge dell’inerzia.

Post prandium, il primo stadio della gestione Tohir ha visto l’Inter accontentarsi ob torto collo del  pareggio con l Sampdoria ad opera di un certo Renan, bravo a metterci l’ultima parola non scritta, data l’evidente l’omonimia letteraria, in una partita che ha donato ai blucerchiati il secondo punto da quando sulla panchina si è accomodato l’ex nerazzurro Mihajlovic. Tohir, il nuovo re della nazione nerazzurra, dovrà attendere magari la fine del mercatino di gennaio per incominciare a stappare qualche bottiglia di Champagne della miglior marca: per ora deve accontentarsi di bere un bel Refosco in compagnia del suo grande predecessore, ogni riferimento all’espressione dell’indonesiano nel dopo partita è puramente casuale.

In contemporanea la Roma prima le prende dall’Atalanta grazie anche ad un De Sanctis in versione Paperoga, poi si ricorda di essere una pretendente allo scudetto tricolore e si trasforma nella ripresa nella solita quasi perfetta macchina da goal, soltanto che ci riesce un po’ troppo tardi per ambire a qualcosa di più corposo ed esaltante di un pareggio. Il risultato è comunque accettabile soprattutto perché conquistato sul campo di un’Atalanta alla quale evidentemente il ponentino di Roma mette un grande appetito, visti anche  i precedenti con i cugini laziali.

A Cagliari invece abbiamo assistito a due partite in una. Nel primo tempo è andata in onda Sassuolo-Cagliari, mentre nel secondo tempo Cagliari Sassuolo con batti e ribatti a suon di goal e con il risultato di pari come logica e lapalissiana conseguenza di tutto questo. Ma evidentemente, soprattutto per il Cagliari e i suoi supporters isolani, i problemi in questo momento sono altri e di più urgente necessità e a loro continua ad andare il nostro tifo e la nostra vicinanza. I clivensi continuano ad assaporare i benefici effetti della cura Corini, lanciando la solita mortifera treccia dall’altrettanto solito fatal balcone, treccia formata questa volta dalle tre pesantissime reti con cui hanno mandato per le terre il povero Livorno, un Livorno che sta seriamente pensando di proporre la sua anticipata candidatura per il poco trionfale discorso dei play out. In fascia pre cena, in uno splendido contesto da scuola dell’obbligo, con tanto di maestri al seguito, una Juve sorretta da tanto e tale tifo, riesce a buttare il cuore, quello palpitante dei suoi giovanissimi supporters, oltre l’ostacolo della lancetta del cronometro. Llorente da di testa al minuto 91 consentendo alla solita Vecchia Signora di allontanare dalla sua amabile e veneranda schiena il fiato di una lupa mai doma, non prima di avere apprezzato nel primo tempo lo splendido regalo, con tanto di fiocco e di dedica…Di Natale, che da ieri comincerà ad odiare il suo stesso nome. Solo davanti a Buffon il bomber dai colori omonimi, invece di passare al compagno accorrente e assolutamente libero, prova a fare una delle sue magie con un pallonetto di ottime speranze: peccato che si sia dimenticato che lì davanti non c’era un signor nessuno ma il portierone della nazionale che, con la punta dei guantoni, riesce a neutralizzarlo. Ma non è ancora finita: stasera Fiorentina-Verona per l’Europa League e Lazio-Napoli per dare una bella scossa di adrenalina alla loro depressione, concludono la quattordicesima. Si spera in un Olimpico pieno, ammesso, nel caso della Lazio, che le autorità polacche, un po’ manetta e un po’…Uefa dipendenti, li facciano tornare a casa. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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