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Vidal suona la sirenetta

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Missione compiuta, doveva essere la serata del sorpasso e del secondo posto nel girone e così è stato. Una Juve, tornata stellare anche in campo internazionale, riesce, non senza alcune difficoltà va detto, ad avere ragione di un onesto e operaio Copenaghen, ben disposto sul campo e non del tutto pronto ad immolarsi sul campo della squadra comunque più forte.

In uno Juventus Stadium quasi pieno, le due squadre hanno iniziato ad affrontarsi opponendosi con le loro differenti tattiche: il Copenaghen guardingo e ben serrato da metà campo in giù, la Juve non arrembante come il suo solito ma intelligentemente schierata in agguato a centro campo, pronta a ripartire sfruttando gli errori di impostazione degli avversari. Conte ha optato in difesa per Padoin al posto di Ogbonna, mentre a centrocampo, oltre alla regia di Pirlo, ha cercato di sfruttare le folate offensive di Asamoah sulla sinistra e di Padoin sulla destra, supportati da un magnifico Vidal, in avanti il duo delle meraviglie latine Llorente e Tevez.

Il primo acuto al minuto 6 con un tiro centrale da parte di Pogba, che nel seguito della serata metterà a frutto più le sue doti di assist man che quelle di “terminator”. Dopo una ventina di minuti senza particolari acuti sotto porta, arriva la svolta della partita con il capitano danese Jacobsen che per un attimo scambia il terreno verde per il tartan di un palazzetto dello sport e sfodera il più perfetto dei bagher in piena area di rigore: ovviamente rigore netto. Palla sul dischetto e messieur Vidal tira secco e preciso all’angolino destro della porta difesa dall’ottimo Wiland, è la rete del vantaggio. Al 34 prima punizione di Pirlo ma la palla ben calibrata non scende come dovrebbe e va sopra la traversa. Quattro minuti dopo lo stesso Pirlo si ripete mandando un pallone a giro sopra la barriera ma tra le braccia dell’estremo difensore avversario. Al 40° un bel tiro di Pogba da l’illusione del raddoppio ma a gonfiarsi è solo l’esterno della rete.

Nella ripresa al 14° doccia fredda per i quasi quarantamila dello stadio: in piena area di rigore tra un batti e ribatti Mellberg effettua con estrema freddezza una micidiale rasoiata che va ad insaccarsi alla destra di Buffon.Un pareggio che mette i brividi perché se il Galatasaray del “Mancio” dovesse riuscire a passare indenne sul campo del  Real Madrid, costretto in dieci dall’inizio della partita, le cose si complicherebbero non poco. Ma a sistemare le cose arriva un’altra leggerezza danese in area di rigore: Mellberg, sempre lui nel bene e nel male, abbraccia un po’ troppo passionalmente Llorente da dietro e la frittata danese è servita per la seconda volta sul piatto. Il solito messieur Vidal piazza di nuovo il suo tiro come prima alla destra del portiere avversario che nulla può. Gli incubi vengono così scacciati. Il capolavoro della serata però viene offerto per il visibilio bianconero al 62° minuto quando Pogba serve in area un cross perfetto per la testa di Vidal che, invece di tirare di forza con il testone disegnato, sempre con la fronte, da alla palla un effetto pallonetto che sorprende il portiere:  è il 3-1 che chiude la partita.

Lo stadio è in delirio e il pericolo è alle spalle anche perché le notizie che stanno arrivando da Madrid hanno dell’incredibile: i madridisti pur in dieci stanno travolgendo il Galatasaray sotto una montagna di reti, miracoli che avvengono solo al Santiago Bernabeu… . Gli ospiti mandano in campo Kristensen al posto di un Bolanos mai completamente in partita, mentre Marchisio fa rifiatare Padoin che ha fatto onestamente il suo. Al 69° mischia in area juventina ma Jorgensen non riesce ad approfittare della confusione e manca l’aggancio davanti a Buffon. Solbakken, nell’estremo tentativo di raddrizzare una situazione ormai compromessa, manda in campo Amankwaa al posto di Delaney, mentre Vucinic prende il testimone di un mai domo, anche se a volte un po’ impreciso, Tevez. Tra i danesi viene mandata in campo l’artiglieria pesante (Pourie) al posto del…Toutouh, mentre Ogbonna prende il posto di Vidal che riceve così il suo osanna dallo stadio.

Nonostante la buona volontà del Copenaghen che continua a recitare il suo coraggioso e dignitoso copione, la partita non ha più sussulti apprezzabili. Ora Conte dovrà incominciare a pensare all’ultimo scontro di Istanbul, nella tana del Gala. Una partita che vede la Juve favorita non fosse altro che per la possibilità di avere due risultati utili su tre. Attenzione però a non sottovalutare i turchi: una sconfitta anche di misura da quelle parti manderebbe la Juve dritta dritta in Europa League e non dubitiamo che i giallorossi del Corno Doro faranno di tutto per dare ai bianconeri un, per loro, meraviglioso e, per noi, terrificante  comitato di accoglienza. La truppa di Conte è avvertita: sui lidi che furono di Troia occorrerà forse un’altra diavoleria stile cavallo di legno per non rimanere impantanati davanti alle turrite mura.

Juventus 3-5-2: Buffon 6, Chiellini 6,5, Padoin 6, Bonucci 6, Asamoah 7, Pogba 6,5, Pirlo 7-, Vidal 8, Caceres 6, Tevez 6,5, Llorente 6,5 ( Marchisio 6, Vucinic n.g. Ogbonna n.g.) All Conte 7.

Copenaghen 4-4-1-1: Wiland, Bengtsson, Sigurdsson, Mellberg, Jacobsen, Bolanos, Delaney, Claudemir, Kristensen, Jorgensen, Toutouh ( Kristensen, Amankwaa, Pourie) All Solbakken

Arbitro: Eriksson (Svezia)

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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