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La sudditanza dei media e della giustizia verso alcune frange di ultras

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Dopo aver constatato attoniti e allibiti le reazioni del post Salernitana-Nocerina non potevamo esimerci dal dire la nostra in merito ad un episodio che ancora cela degli aspetti incomprensibili.

I soliti giornali schierati e benpensanti hanno descritto la partita come il “derby della vergogna” (vergogna di chi? nostra? del calcio in generale? o addirittura dei giocatori?), descrivendo il fatto come se fosse un fulmine a ciel sereno tra le “belle” e “serene” pagine che animano le curve e le tribune dei nostri stadi durante le partite.

Eppure già prima del calcio d’inizio nulla sembrava presagire ad un normale incontro di pallone anzi: il giudice sportivo aveva infatti vietato la trasferta in quel di Salerno per i tifosi della Nocerina…motivo? Ignoto, perché se è vero che negli anni passati i tifosi di Nocera non si erano contraddistinti per atti di bontà, è anche vero che da molte giornate a questa parte avevano tenuto un comportamento, non diciamo esemplare, ma quasi.

Non c’erano dunque avvisaglie di pericoli per questa partita, tuttavia il giudice ha emesso la sua sentenza senza tenere conto delle possibili conseguenze. Conseguenze che si sono rilevate disastrose per tutti: i giocatori della Nocerina, minacciati dai capi tifosi se avessero provato a giocare, hanno finto infortuni a catena per fare interrompere la partita. Ora però salta fuori un paradosso, i giocatori e la società sono indagati dalla giustizia sportiva e rischiano addirittura una squalifica pesantissima oltre che una retrocessione.

Esito che avrebbe del grottesco, perché ci chiediamo come possano dei giocatori di calcio ribellarsi alle minacce (anche personali e familiari) di teppisti senza controllo. Non c’è illecito nel subire una minaccia, certo i calciatori della Nocerina non hanno dimostrato di essere dei cuor di leone, ma questo non è un reato. Il problema sta dalla parte di chi permette che pochi “ducetti” da stadio possano fare il bello e il cattivo tempo in tutte le categorie dei campionati italiani (dalla serie A in giù). Si parla di amicizie che intercorrerebbero tra i capi di alcune tifoserie e i piani alti della giustizia sportiva, ma queste sono solo voci.

Noi possiamo solo affermare l’assurdità di alcuni provvedimenti, come la chiusura di curve o il divieto di trasferta, perché dettate dalla paura di non sapere gestire le “esuberanze” degli ultras, quando invece basterebbe una strategia coordinata di società di calcio e forze dell’ordine per riuscire a tenere a bada quei pochi “capetti”. Oggi la volontà di fare questo non c’è, che sia veramente una questione di “amicizia”?

Vi postiamo un video che mostra il “potere persuasivo” utilizzato dagli ultras nei confronti dei giocatori. http://www.youtube.com/watch?v=LYUYiOKUokk

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Di Redazione Elzeviro.eu

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