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Lazio: essere o non essere, questo è il dilemma.

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Nella sfida con i Ciprioti la Lazio vince ma non convince, mentre la Fiorentina si impone in terra romena e si assicura la qualificazione.

Doveva essere la serata della reazione e dell’uscita dal tunnel della crisi e alla fine lo è stata solo a metà.

Il risultato richiesto contro i modesti ciprioti è arrivato e di conseguenza pure una qualificazione ormai quasi raggiunta ma il gioco, che avrebbe dovuto garantirlo, per una buona parte della partita non si è visto. La Lazio è una squadra malata e non sembra neanche iniziata la convalescenza. L’aquila continua a volare nel limbo dell’incertezza: non sa se essere finalmente grande, come il suo blasone meriterebbe, o se continuare ad essere condannata a rimanere in una mediocre incompiutezza e cioè a non essere almeno visibile nel mondo di quelli che contano. Se il primo tempo ha illuso i tifosi consegnando una squadra di giocatori almeno volenterosi anche se non sempre collegati da un filo logico, il secondo tempo ha impietosamente fatto ripiombare i tifosi e la squadra nelle solite angosce esistenziali, nelle solite paure che per poco non hanno dato esiti a dir poco letali, come sarebbe stato se l’Apollon di Limassol avesse pareggiato.

La partita comunque dopo pochi minuti ha mostrato un ottimo Keità agguerrito e pieno di energie che ha preso a scorrazzare sulla fasciasinistra, prima al minuto 10 per un tiro di poco a lato, poi, due minuti dopo, con un perfetto cross per Floccari che non trova la conclusione. Il ragazzino c’è e si vede insieme a Candreva che aggredisce dalla parte opposta. E’ il prologo alla rete che è nell’aria da poco smossa dalle ali di Olimpia. Sempre lui, Keità, fa un’azione travolgente sulla sinistra che lo porta in area di rigore per un cross nel mezzo dove Floccari, invece di tirare di potenza,  pennella il pallone con la fredda precisione di un tiro da biliardo sull’estrema sinistra del portiere: è il goal del meritato vantaggio. Al 17° però Sangoy mette paura ai pochi tifosi laziali, quasi in minoranza rispetto ai ben duemila rumorosissimi supporters Ciprioti, e spedisce la palla appena all’esterno della rete, bucandola per la gran potenza. Al 23 è la volta di Hernanes, svegliatosi dall’ormai solito torpore di inizio partita a scaldare le mani di Bruno Vale, mentre al 27° è la volta di Floccari su passaggio del solito Keità a spedire la palla appena fuori con un diagonale che avrebbe meritato maggior fortuna. Poco male perché nove minuti più tardi, su perfetto cross dalla bandierina del corner di Keità, Floccari, con un’elegante torsione del busto devia di testa la palla per la sua seconda doppietta in Europa: imprendibile per il portiere. La partita a questo punto avrebbe dovuto finire o quasi e diventare soltanto un buon allenamento in vista del match ben più impegnativo di Domenica a casa del Parma e invece succede quello che…ti aspetti dalla Lazio di questi tempi: Cana in modo maldestro davanti alla sua area di rigore rinvia la palla sui piedi di un centrocampista cipriota che, non se lo fa ripetere due volte, involandosi verso il limite dell’area, serve con un diagonale perfetto Papoulis che con una mortifera rasoiata fa secco l’incolpevole Berisha. Ora la partita, volenti o nolenti, si riapre. Le squadre vanno al riposo con opposti stati d’animo: la Lazio che si ritrova invischiata in antiche quanto frequenti paure e il Limassol che spera di bissare il colpaccio fatto sul campo del Legia.

Alla ripresa i tifosi biancolecelesti vengono illusi da una gran punizione di Hernanes che costringe il portiere a rinviare di pugno quasi sui piedi di Keità che, a due metri dalla porta avversaria, incredibilmente liscia il colpo del definitivo ko. Il ragazzo è bravo, anzi magnifico nell’arte degli assist ma deve trovare più cattiveria, freddezza e cinismo sotto rete, e per questo occorreranno mesi e mesi di tenace preparazione, nulla nel calcio attuale avviene casualmente e, aggiungiamo noi, miracolosamente. Il ragazzo al 49° si ripete splendidamente in quella che è la sua specialità: involandosi sempre sulla sinistra dopo essersi liberato con una finta del suo diretto mastino, crossa al pennello per l’accorrente Floccari che a pochi metri dalla porta spara incredibilmente in alto in quello che è sembrato un rigore con palla in movimento. Man mano che i minuti passano la Lazio, sempre più pietrificata da una paura fuori posto, di fronte infatti non c’è il Barcellona o il Bayern, rincula indietro e perde sicurezza finendo per subire la reazione dei vogliosi Ciprioti, che non avranno una gran tecnica ma almeno ci mettono l’anima. Al 68° le paure sembrano materializzarsi nell’erroraccio di Novaretti, non è il primo da quando è approdato in Italia, che, appena entrato al posto di un timido Konko, si perde incredibilmente Papoulis lasciandolo libero di tirare a due metri da Berisha. Il cipriota spara a colpo sicuro ma l’estremo difensore laziale, dimostrando all’improvviso il suo finora inesplorato patrimonio di tecnica e freddezza, devia da par suo con un guizzo da campione. Al minuto 75 Ledesma entra al posto di un Ederson in piena confusione tattica e quasi mai in partita, per cercare di dare un po’ di ordine alla manovra laziale. All’82° Petkovic manda in campo Perea al posto di un Keità stanco e ormai defilato dalla manovra, con lo scopo di rinvigorire un attacco che sembra sempre più in sofferenza. Perea comunque, al di là della sua buona volontà, nei suoi tredici minuti di partita non tocca quasi mai il pallone.

All’83° Floccari ci prova con un tiraccio che va ampiamente fuori: le sue polveri con il passare dei minuti sembrano bagnarsi sempre di più. L’allenatore cipriota fa entrare Konstantinou, un attaccante puro, al posto del centrocampista Guillon, segno evidente che gli ospiti ci credono. All’86° Novaretti, in uno scontro con Sangoy, subisce un contraccolpo al collo ma stoicamente rimane in campo anche se visibilmente menomato: un’altra tegola, l’ennesima sulle spalle di Petkovic. La Lazio è sempre più in agitazione e il passaggio sballato di Candreva su Berisha che costringe quest’ultimo a tuffarsi con le mani per impedire un pericoloso corner fotografa impietosamente la situazione. I ben cinque minuti di recupero trascorrono lentamente con l’ingresso di un altro attaccante nelle file del Limassol, il canadese Haber e con la Lazio che tenta disperatamente di tenere il pallone lontano dalla propria area, il fischio dell’arbitro scozzese Madden fa tirare a tutti un bel sospiro di sollievo. C’è da chiedersi cosa sarebbe successo se invece dei volenterosi ciprioti ci fosse stata una qualsiasi altra squadra spagnola, inglese o francese… vengono i brividi a pensarci.

La squadra sembra ben lontana dall’aver superato la sua prognosi riservata, Petkovic, che ha dovuto a suo tempo accettare ob torto collo un mercato di entrata assolutamente deficitario e discutibile, si ritrova a fare esperimenti da piccolo chimico con gli ingredienti, non sempre all’altezza, che ha a disposizione. Come giustamente ha detto nel dopo trasmissione Lotito, non sempre i singoli campioni, al momento dello shakeraggio riescono a dare un cocktail all’altezza: c’è da credergli anche perché, a contraris, andremmo a minare le sue certezze, peraltro illusorie, su un mercato a suo giudizio sontuoso. Novaretti con i suoi sbagli, Biglia con la sua attuale mediocrità, Anderson con la sua evanescenza, Perea con la sua “insostenibile leggerezza del (quasi) non essere”, Vinicius nelle vesti dell’uomo invisibile sembrano dimostrare per ora ampiamente il contrario. C’è da mordersi le labbra a pensare cosa sarebbe potuto accadere con una Lazio fornita di un Yilmaz in più e di un marcatore degno del buon vecchio Jaap Stam, ma queste sono solo fantasie oniriche perché la realtà attuale è ben altra cosa.

La Fiorentina, nell’altra sfida di Europa League, in quel di Pandurii riesce a recuperare lo svantaggio iniziale dovuto ad una sontuosa mezza rovesciata di Pereira che, rispetto al suo quasi omonimo Perea che gioca sulle sponde del Tevere, sembra possedere una…erre in più, erre come…senso della rete. Il goal del pareggio arriva su deviazione di Matos su un perfetto cross da parte di uno scatenato Cuadrado, mentre la rete della vittoria arriva da una rasoiata di Borja Valero, subentrato al posto di Iakovenko, sempre su imbeccata di quel motorino perenne di Cuadrado. Sono questi due giocatori a mettere la tigre nel motore alla Fiorentina e a non far sentire la nostalgia di uno del calibro di Pepito Rossi, fermo a rifiatare. Ora la Fiorentina potrà nelle prossime settimane concentrarsi sul campionato perché la missione europea da…possibile è diventata certa. La squadra toscana, almeno quella vista fino a questo momento, sembra destinata a fare ancora molta strada e con il rientro dei vari infortunati ( vedi un certo Gomes) la finale potrebbe non essere così fuori dalle sue corde.

Lazio 4-2-3-1: Berisha 7, Cavanda 5,5, Ciani 6, Cana 5, Konko 5,5, Onazi 6, Hernanes 6-, Candreva 7, Ederson 5,
 
Keità 6,5, Floccari 7- (Perea n.g. Novaretti 5, all. Petkovic 6.

Apollon Limassol 4-2-3-1: Bruno Vale 6,5, Stylianou 6, Merkis 6, Karypidis 6, Vasiliou 6,5, Hamdani 6, Gullon 5,5, Sangoy 7, Merieh 6, Paoulis 7, Roberto 5,5, all. Christoforou 6.

Arbitro Bobby Madden (Sco)

Pandurii: Stanca (Mingote) Ungurusun, Christou (Mamele), Erico, Momcilovic, Breeveld, Anton, Buleica, Pereira, Distefano (Sipo) Dos Santos, all. Pustai.

Fiorentina: Munua, Roncaglia (Capezzi), Gonzalo Rodriguez, Compper, Alonso, Cuadrado, Aquilani, Mati Fernandez (Ilicic), Joaquin, Matos, Iakovenko (Borja Valero) all. Montella.

Arbitro: Sidiro Poulos (Gre)

di Roberto Crudelini

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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