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Il Processo del Lunedì strumentalizza la realtà gettando fango sulle tifoserie italiane

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Ieri sera al termine della trasmissione sportiva condotta da Enrico Varriale “Il Processo del Lunedì”, è andato in onda un siparietto di bassissimo livello giornalistico.

L’argomento affrontato è stato quello da noi già trattato a caldo in questo articolo, http://elzeviro.net/2013/11/03/sono-morti-due-ventenni-ma-per-la-stampa-di-regime-sono-solo-due-nazisti/, che ha tra l’altro avuto un discreto successo. Lo striscione messo sotto accusa da Varriale e i suoi ospiti recita le seguenti parole: “Il tramonto è rosso, l’alba dorata. Manolis e Yorgos presenti!“.

Varriale, giornalista non nuovo a questo tipo di spettacoli di basso livello perbenista, si è circondato da una serie di “improvvisati sociologi“, tra cui il direttore del museo della Shoa, che hanno sapientemente strumentalizzato e manipolato quanto successo domenica nella curva Nord dello stadio Olimpico. Nessuno, ma proprio nessuno, ha fatto riferimento all’uccisione di Manolis e Yorgos, due ventenni militanti di Alba Dorata…questo è fare giornalismo? Contro lo striscione dei tifosi biancocelesti si sono susseguiti insulti a vanvera, dal “razzista” al “nazista”, addirittura c’è chi dice “inaccettabile” e “illegale”. Peccato che per questi improvvisati giuristi non sussista nulla d’illegale in uno striscione che recita il semplice ricordo di due vittime della violenza in Grecia. Lor signori imborghesiti da una cravatta mal annodata e seduti dietro a degli scranni pagati dai contribuenti italiani non sanno nemmeno che Alba Dorata è un partito sì estremista, ma a tutti gli effetti legale e legalizzato secondo le regole democratiche, addirittura ben visto dal popolo ellenico (con preferenze che oscillano tra il 7 e il 10%).

I tifosi della Lazio, esattamente come quando nel lontano ’98 esposero lo striscione “Onore alla tigre Arkan“, non stanno facendo nulla di male e nemmeno di illegale! La libertà d’opinione è libera, ma soprattutto tutelata dalla nostra Costituzione e ciò vale anche all’interno degli impianti sportivi. Chi è che stabilisce che Arkan sia il “cattivo” mentre invece l’armata di liberazione kosovara (rea di violenza inimmaginabile sui serbi a fine conflitto) sia invece la parte “buona” della contesa? E oggi la Rai come si permette di insultare apertamente quella grossa fetta di popolazione greca che, grazie al principio di democrazia, ha potuto scegliere Alba Dorata alle urne? Forse che Varriale e il direttore del Museo della Shoa non credono poi più di tanto nella democrazia, ma ben di più nell’assoluta verità della loro opinione personale?

Siamo allibiti di fronte a questo osceno siparietto televisivo e crediamo che per lo meno i tifosi laziali debbano unirsi tutti e far sentire la loro voce all’interno degli studi del dott. Varriale. La verità non può essere travisata così spudoratamente in una televisione pubblica.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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