I torinesi della zona (e non) ringrazino la Juventus per questo imminente sgombero del campo rom della Continassa.
Alla fine possiamo dirlo: è il calcio l’unico veicolo più forte della politica, che smuove mari e monti. A Torino, poi Juve significa da sempre Fiat e potere: la prima società calcistica che abbia ottenuto il suo stadio di proprietà, con la spregiudicatezza sempre sul filo del rasoio di Giraudo e company. Oggi assistiamo ad una vittoria dei poteri forti dello sport su un’amministrazione inetta, la quale non è riuscita a sgomberare un assembramento rom che ne ha combinate di cotte e di crude in via Germagnano e dintorni, provocando ad esempio la chiusura del canile Enpa a causa dei lanci di pietre sui volontari e sulle loro automobili. Non una cosa da ridere, insomma, ma un comportamento violento che, naturalmente, non è stato perseguito penalmente.
La Juve si vuole rifare la sede nella zona, e i nomadi sono gentilmente invitati a farsi finalmente da parte. Il canile non aveva fondi né sufficienti risorse mediatiche, nonostante diversi appelli rimasti inascoltati, per operare in sicurezza e tranquillità, mentre si confida che i nomadi non avranno voglia alcuna di prendersela con chi non sia più debole di loro. Entro fine agosto, la prefettura conferma, gli occupanti saranno sloggiati. Dove andranno a finire? Questo resta un problema aperto, anche a detta della prefettura stessa, ma si immagina facilmente che i profughi rom, avvezzi al nomadismo, troveranno la loro nuova abitazione in breve tempo e con tutta probabilità andranno a rimpolpare la nutrita popolazione della cittadella rom (vedi qui per saperne di più sull’argomento).