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Sorrentino presenta quella giovinezza che sboccia con l’invecchiare

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Il regista Premio Oscar per “La grande bellezza” torna nelle sale con un inno alla vita.

 

Titolo: Youth – La Giovinezza

Anno: 2015

Durata: 120 minuti

Paese di produzione: Italia, Francia, Svizzera

Genere: Drammatico

Regia: Paolo Sorrentino

Sceneggiatura: Paolo Sorrentino

Produzione: Indigo Film, Medusa Film, France 2 Cinéma

Distribuzione: Medusa Film

 

A cura di Ario Corapi e Cécile Ciamporcero

 

Dopo il Premio Oscar  di un anno fa  per “La grande bellezza“, che ha definitivamente consacrato Paolo Sorrentino nell’Olimpo del Cinema, il regista napoletano torna nelle sale di tutto il mondo con un lungometraggio che ritrae un confronto tra la giovinezza e l’età matura, le due fasi più cruciali della vita umana. In concorso al Festival di Cannes di pochi giorni fa, Sorrentino si è presentato in compagnia di un cast internazionale composto dagli intramontabili Harvey Keitel e Michael Caine, insieme ai più giovani Rachel Weisz e Paul Dano. Si tratta del secondo lavoro internazionale di Sorrentino, girato appunto in lingua inglese, dopo “This must be the place” nel 2011.

 

Dieci anni dopo “Le conseguenze dell’amore“, Sorrentino sceglie nuovamente la Svizzera come località principale, anche se stavolta si tratta di un panorama di montagna. Il film presenta una scenografia divisa tra interni ed esterni, capace di regalare un’immagine verosimile di un contesto termale montano, insieme ad una fotografia in grado di valorizzare una località tanto amena. Tutto questo funge da perfetta cornice per l’evolversi di personaggi complessi alle prese con i propri travagli interiori, dai quali emerge un netto confronto emotivo tra differenti stadi della vita: la giovinezza, per l’appunto, e la vecchiaia.

 

Si possono inoltre cogliere alcune analogie tra l’evolversi del personaggio di Jep Gambardella ne “La grande bellezza” e la psicologia a tutto tondo di questi protagonisti: la consapevolezza del proprio stadio di vita, la voglia di trascendere da questo e la scoperta di quanto l’esistenza offra alla fine qualcosa di sublime ed emozionante. E’ possibile anche cogliere l’utilizzo alquanto originale di alcune tecniche di ripresa e di inquadratura, già scelte da Sorrentino nel progetto “Sabbia” per Giorgio Armani.

 

Infine, come si legge nei titoli di coda, Sorrentino dedica questo suo lavoro a Francesco Rosi, il noto regista italiano scomparso lo scorso gennaio, in quanto pare sia stato il vero ispiratore del lungometraggio di Sorrentino, stando ad un’intervista rilasciata dallo stesso all’agenzia Italpress pochi giorni fa.

 

@ArioCorapi

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Di Redazione Elzeviro.eu

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