IL CICLONE CLEOPATRA provoca 17 morti e numerosi dispersi nell’isola.
Secondo quanto reso noto a Olbia dal capo della Protezione civile Guido Gabrielli, risultano accertate finora 13 vittime in Gallura (provincia di Olbia-Tempio), due nel Nuorese (un’anziana a Torpe‘ e l’agente morto nell’auto precipitata da un ponte sulla provinciale vicino a Dorgali) e una nell’Oristanese (un’anziana trovata morta ieri pomeriggio nella sua casa allagata, a Uras).
La Protezione civile parla di migliaia gli sfollati ad Olbia, Galtellì, Uras, Terralba, Torpè, Arzachena, Orosei dove sono esondati i torrenti.
Un centinaio di nomadi rom, invece, ha trascorso la notte nella palestra di San Nicolo’ d’Arcidano (Comune adiacente a Terralba (OR)), dopo che il sindaco Emanuele Cera aveva deciso l’evacuazione dal loro campo per il rischio di esondazione del canale “Controfosso”.
Ci si chiede a questo punto se, considerato il flagello naturale che costringe il Consiglio dei Ministri a chiedere lo Stato di emergenza e che è destinato ad incrementare ulteriormente il numero di vittime, non sia il caso, a tragedia conclusa, di dichiarare il lutto nazionale. Lo stesso Enrico Letta ha definito quanto accaduto (e ancora sta accadendo) in Sardegna una «tragedia nazionale».