Complimenti all’ex sindaco Chiamparino e all’attuale Fassino da parte dei cittadini onesti che invece lo pagano anche se fanno fatica ad arrivare a fine mese.
I Torinesi sono e rimangono per me un popolo alquanto enigmatico e indecifrabile: sono infatti sempre pronti, giustamente, a protestare in privato per le ingiustizie e sopraffazioni che le autorità, continuano a perpetrare nei confronti della cittadinanza onesta riducendola sul lastrico e poi continuano, come se niente fosse, a votare sempre le stesse persone in una sorta di ripetuta compulsività. E in modo ripetitivo continuano puntualmente a verificarsi le gravi problematiche che assillano la città ormai da decenni.
Sembra incredibile ma la cittadinanza dell’ex capitale sabauda sembra annichilirsi in una sorta di consapevole e catartico assenso/sottomissione/amore tipico della sindrome di Stoccolma, per me ingiustificabile, nei confronti di un’autorità che, in modo direi sfacciato, continua a comportarsi da forte con i deboli, ovvero i cittadini onesti, e da debole con i forti. Con il termine “forti” intendo riferirmi a quelle poche centinaia di bene addestrati “fancazzisti” che passano le loro “piacevoli” giornate nei cosiddetti “centri sociali” tra la preparazione di una canna e la preparazione di qualche carica contro la polizia nelle vallate di Susa e dintorni.
Ragazzotti a cui i genitori non hanno evidentemente ancora insegnato cosa vuol dire vivere all’interno di una società, società che, beninteso, loro odiano ma che al tempo stesso sfruttano avvalendosi della macchina del papi, del palmare regalatogli sempre dal papi e dei locali, riscaldamento e luce inclusi, donati gentilmente dal lavoro dei Torinesi di cui sopra. Ovviamente questa ciurma di ragazzini viziati, che giocano a fare gli anarco-insurrezionalisti, presi ad uno ad uno sono tutt’altro che forti: fatti di fumo e di droga come sono, basterebbe una spinta per metterli a tappeto come ben meriterebbero, ma presi in gruppo diventano pericolosi perché in grado, se vogliono, di metterti a ferro e fuoco un quartiere intero.
Ebbene ai Torinesi sembra che questo forzoso mantenimento del “fancazzismo” vada incredibilmente bene, anche perché, se così non fosse, i vari Chiamparino e Fassino se ne sarebbero dovuti tornare a casa da un bel po’ di tempo: forse mi viene da sospettare che molti tra gli stessi Torinesi abbiano i loro figli che bazzicano proprio dalle parti di questi punti di raccolta del teppismo organizzato, travestiti da forme sociali di aggregazione para- parrocchiali. O forse non è poi così falsa l’immagine che, a più riprese, certa stampa di regime ha per anni dato degli stessi cittadini torinesi, dipinti come una massa di sorridenti, ingenui e addomesticati “sempliciotti“. O forse siamo semplicemente davanti a quel fenomeno che puntualmente si verifica nella storia dell’umanità con sconcertante puntualità: quello che vede la storia stessa scritta dai potenti con l’assenso, più o meno giustificato dal ” tiriamo a campà” della stragrande maggioranza dei “sudditi“. Sudditi malati dal virus più letale di cui soffre da sempre l’umanità: quello che Dante chiama “ignavia“, meglio noto semplicemente come “pigrizia mentale“.
I centri sociali di cui sopra, una cosa questa che sarebbe evidente pure ad un somaro che raglia, sembrano, a causa di comprovate infiltrazioni violente, sempre più assimilabili a vere e proprie associazioni a delinquere anche se “corrotte” e in un certo senso “ridimensionate” da un folcloristico e casalingo “fai da te“. Non siamo per carità di fronte ad una riedizione delle “Brigate Rosse” ma il suddetto fenomeno, proprio per l’imprevedibilità insita nella matrice dilettantistica, può comunque portare a sviluppi anche pericolosi. Ebbene questi simpatici “collegi professionali” di “benefattori dell’umanità”, con l’assenso e il contributo più o meno forzosi dei cittadini sudditi di cui sopra, sono “coccolati” e “protetti” dalle autorità proprio a causa della loro potenziale forza e pericolosità. Se le cose stanno in questi termini ci domandiamo allora per quale motivo in tutti questi anni, si è lasciato che questi centri si rinforzassero impunemente fino a diventare un potenziale, e forse già attuale, pericolo per la società civile.
Per conoscenza degli stessi Torinesi, aggiungiamo che una madre che ha avuto il proprio figlio frequentatore, sebbene sporadico, di uno di questi centri, l’Askatasuna in corso Regina Margherita, in piena zona blu, mi ha candidamente confidato che proprio suo figlio e i suoi amici hanno sempre parcheggiato gratuitamente le loro auto, davanti e nei pressi del centro in questione senza che mai nessun addetto della GTT si facesse vivo da quelle parti per elevargli il relativo verbale con tanto di multa. Anzi, gli stessi “soci” del suddetto “centro culturale” si sono presi la briga di verniciare di nero i paletti e gli indicatori della zona blu che così è diventata “zona nera“. Alla faccia di quelle decine di migliaia di pacifici Torinesi che sono costretti ob torto collo a pagare il balzello per parcheggiare la loro auto sotto casa, balzello i cui introiti, è il caso di ricordare, vanno in parte anche per i contributi che il Comune di Torino passa ai suddetti centri sociali, con lo scopo di mantenerli in vita.
E’ quindi giusto che i cittadini di cui sopra sappiano che c’è qualcuno che di fatto è esonerato dal pagamento della tariffa in questione, e poi…qualcuno si chiede se non sia giusto esonerare la Chiesa dal pagamento della tassa IMU/ICI…: complimenti al sig. Chiamparino e al sig. Fassino!
Alla luce di quanto sopra, sarò comunque onorato di essere al più presto smentito e contraddetto sulle pagine del nostro giornale da quei Torinesi che non si sentono né sorridenti, né ingenui, né addomesticati né tanto meno “sempliciotti”, come qualcuno, a tutti i costi, ha sempre cercato di dimostrare…
di Roberto Crudelini