VADO LIGURE – La “Tirreno Power” sta assumendo i tragici contorni di una vicenda, quella dell'”ILVA”, la grande acciaieria di Taranto, ma per il momento il mondo dell’informazione non sembra troppo interessato alla vicenda. Dietro questa azienda c’è il nome della famiglia di Carlo De Benedetti, che si tratti di un caso?
La magistratura indaga su migliaia di morti nel comprensorio della centrale a carbone di Vado Ligure, di cui la famiglia De Benedetti è comproprietaria. Tre mesi fa è stata consegnata al procuratore di Savona, Francantonio Granero, una consulenza tecnica all?interno della quale si trova anche uno studio epidemiologico compilato da tre periti che per due anni hanno analizzato le cartelle cliniche di migliaia di pazienti.
I magistrati ipotizzano i reati di disastro ambientale e omicidio colposo, ma la cosa più assurda è che al momento il fascicolo è aperto a carico di ignoti. I magistrati non hanno infatti (ancora?) formalizzato nessuna accusa a carico dei vari azionisti.
C’è chi, come il movimento Alternativa tricolore, auspica vivamente che la magistratura iscriva immediatamente nel registro il nome di Rodolfo De Benedetti, figlio di Carlo, Presidente Esecutivo della COFIDE che controlla il 45,99% della “CIR” che a sua volta controlla una sostanziale quota della Tirreno Power.
La famiglia De Benedetti è legata a questa storia a filo doppio, anche se, grazie alla creazioni di holding e gruppi hanno allontanato di fatto il loro nome da questo disastro. Il tempo di agire è ormai arrivato, non si può lasciare che i cittadini che risiedono nel comprensorio della Tirreno Power devono essere esposti a rischi così alti. Naturalmente ci si aspetta una presa di posizione netta e risoluta da parte della famiglia De Benedetti, presa di posizione stenta ad arrivare.