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“Macelleria Crocetta”: il dramma dalla lettera di una licenziata

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PALERMO – Tante volte avevamo parlato del Governatore Crocetta e del suo “amore viscerale” verso tutte le creature politiche dei suoi predecessori.

Oggi in un momento da resa dei conti, il PD vuole ritirare gli assessori, dando di fatto inizio ad una crisi del governo regionale, torniamo a parlare degli EX-PIP, un bacino di lavoratori composto da circa 3000 precari.

Questi lavoratori, come di quelli della formazione, sono passati nel tritacarne della “macelleria” Crocetta, con gravi conseguenze sociali.

Oggi abbiamo ricevuto la lettera di una donna, che si firma “Kynth Osis” e che pubblichiamo in modo integrale.

«Sono disoccupata. Crocetta ed il Parlamento siciliano mi hanno licenziato il 30 aprile 2013».

Il mio nome è Cinzia, sono una mamma, una moglie e una figlia, ma ( forse vi sembrerà strano) sono innanzitutto una Ex Pip! Perché essere una Ex PIP non è una una semplice condizione sociale o lavorativa, ma una condizione mentale, psicologica: una quotidiana condizione di vita che interferisce persino con le tue inclinazioni, con il tuo naturale, caratteriale modo d’essere, di rapportarti con il sociale, con la politica, con la stampa. Questa condizione s’impone come assoluta chiave di lettura di tutto ciò che avviene al di fuori della tua sfera personale.

Qualcuno ha definito la nostra sigla “un’etichetta” che spersonalizza? Io rispondo che nessuno di noi ha perso la propria identità né la propria individualità. A dispetto di chi ci demonizza come un’unica entità malata e marciscente di parassiti, inutili sprechi, mafiosi. Siamo uomini e donne che in un sol colpo hanno perso lavoro, certezze, serenità familiare e dignità. Uomini e donne che hanno ingenuamente creduto ai proclami del nostro attuale Governatore: parole rassicuranti, promesse di stabilizzazione. E poi? Poi, all’indomani dell’approvazione della Legge di Stabilità Regionale, come in ogni “day after” che si rispetti, solo macerie. Le macerie umane di noi ex Pip, abominio della società, depositari di ogni male. Attacchi deliranti, massacro mediatico con la complicità spregevole, ignominiosa di quasi tutti i Parlamentari Siciliani. Silenzio e passività il loro marchio.

Il nostro percorso ormai ultradecennale è sempre stato in salita: i provvedimenti che ci riguardano sempre macchinosi e lacunosi. Tanti, troppi gli sprechi di gestione (vedi S.P.O.), ma è nel 2010, con l’allora Governo Lombardo, che si registra una vera e propria truffa ai danni del bacino: non mi è dato conoscere la “chronaca” degli eventi, non mi è dato sapere chi fu l’ideatore del machiavellico tranello, ma credo che fossero in molti, dalle comparse ai protagonisti di grosso calibro, geni del male che nelle stanze di mamma Regione, in gran segreto, partorirono l’idea di una Onlus in cui far confluire l’intero bacino di lavoratori.

A dispetto di una Legge Regionale mai abrogata (N. 16 del 2004 ) che ci riconosce ad oggi lo status giuridico di A.S.U., a dispetto di un Decreto Presidenziale con cui il Governatore Lombardo acquisiva le quote SPO per trasferirle a Multiservizi così da avviare il percorso di stabilizzazione degli ex PIP, a dispetto della nomina di una Commissione d’Inchiesta per far luce sui criteri di avvio alla predetta stabilizzazione, a dispetto delle dichiarazioni pubbliche dell’allora Direttore Generale alla Famiglia Dott.ssa Di Liberti e dell’allora Assessore al Bilancio Dott. Piraino, a dispetto del passaggio dall’orbita comunale a quella regionale la natura del nostro nuovo status di lavoratori assumeva incontestabilmente fattezze privatistiche!

Fummo in pochi però a comprendere che il contratto “a tempo indeterminato” che ci costringevano a firmare non instaurava alcun rapporto con la Regione, fummo in pochissimi a comprendere che transitavamo nel privato. Alcuni di noi, quelli che io definii i 300 Spartani, rifiutarono la sottoscrizione suicida, ma capitolarono. Pena la fuoriuscita dal bacino.

E’ il 2013 quando da Palazzo d’Orleans cominciano a trapelare indiscrezioni allarmanti sulla legittimità di quella stessa Onlus ideata in seno alla Regione nel 2010 e nel cui Consiglio Direttivo militavano funzionari regionali nominati “a garanzia della trasparenza”. Il neo Governatore Crocetta dà inizio alla Crociata avverso la “creatura ” del suo predecessore e nell’arco di pochi mesi si assiste increduli allo smantellamento della società e ci si ritrova in regime di Aspi, ovvero disoccupati in ventiquattr’ore.

Sono trascorsi quasi cinque mesi da quel 30 aprile e l’avversione che il Governatore nutre nei confronti del bacino degli ex Pip continua a partorire abnormi menzogne e strumentalizzazioni amplificate dalla connivenza di certa stampa.

Dimentica il nostro caro Governatore che, a seguito delle sue stesse dichiarazioni in sede di approvazione della Legge di Stabilità, in data 2 maggio 2013 tutti noi rassicurati dal “buon pater familias” ci presentavamo, ignari della catastrofe che si stava per abbattere sulle nostre vite, presso gli Enti Ospitanti per espletare la nostra consueta attività lavorativa, ma… come si poteva rientrare a lavoro senza alcun elemento giuridico e/o legislativo che tutelasse, garantisse, disciplinasse; come si poteva rientrare a lavoro se ogni atto precedente l’abrogazione dell’articolo 52 della L.R. 11/10 aveva perso di efficacia? Gli stessi Enti Ospitanti, in mancanza di chiarezza, si rifiutarono di accoglierci. La nostra presenza non era giustificata, la copertura assicurativa scaduta, le convenzioni nulle, la Social Trinacria a seguito dell’approvazione dell’articolo 43 della legge Finanziaria era “storia”, il suo rapporto con la Regione si scopriva essere illegittimo. E noi? Noi figli bastardi di un padre senza anima. Per mesi abbiamo chiesto di essere reintegrati. I modi sono stati i più disparati (e disperati), più o meno condivisibili, ma ci siamo scontrati con un Governo sordo agli appelli di madri disperate, di uomini castrati nel loro ruolo di padri e di mariti.

Un Governo cieco dinanzi ad un uomo disperato e caparbio come il nostro collega Cecala che dopo giorni e giorni di sciopero della fame di fronte al silenzio della politica e quello ancora più colpevole dei mass media minacciava di darsi fuoco legato con una catena ad un albero di Piazza Indipendenza!

La chiusura di questo Governo non ha eguali nella storia degli Ex Pip. Il linciaggio mediatico, la demonizzazione del bacino e di contro l’incompetenza e la lentezza della macchina amministrativa. Per mesi al Dipartimento Famiglia hanno cercato la formula da sottoporre a Roma per la convenzione con l’Inps: un vero e proprio busillis di difficile soluzione. Forse troppo macchinosa perché basata su un provvedimento ancor più farraginoso come l’articolo 43!

Dalle dichiarazioni della Dott.ssa Bonafede emerge che un intero servizio si sta prodigando in questi giorni (e chissà che tormento e che stanchezza per le membra e le menti inoperose dei dipendenti regionali) allo scopo di avviare al lavoro gli appartenenti al bacino ex Emergenza Palermo. Noi incollati ai PC aspettiamo comunicazioni attraverso il sito dello stesso Dipartimento. Mancano metodo, sistematicità; la fanno da padroni incongruenze e goffi tentativi di insabbiare l’inadeguatezza delle misure adottate e/o l’incompetenza di chi, preposto alla stesura del canovaccio entro cui operare, lo confonde forse con il canovaccio destinato a ben altro utilizzo.

Incontrare i sindacati, aprire un tavolo tecnico ed un confronto che mettano fine alle soluzioni unilaterali fino ad ora rovinosamente adottate? Quali argomentazioni potrebbero addurre l’Onorevole Assessora e la Dott.ssa Bullara a fronte di un insuccesso così incontrovertibile? Al di là dei proclami a mezzo stampa il numero degli Ex Pip realmente rientrato a lavoro è eufemisticamente esiguo; in troppi sono stati assegnati presso Enti che li “hanno rispediti al mittente” per mancanza di copertura Inail o addirittura per mancanza di richiesta. Di contro anche chi è provvisto di richiesta nominativa rimane a casa ad aspettare buone nuove. Correvoce voce di letterine che vagano disperse nei corridoi del Dipartimento Famiglia o di altre che nel buio di certi cassetti piangono impaurite.

Si auspica la redazione di un nuovo Disciplinare …..forse sarà un copia incolla del Decreto Legislativo 468 del 1997 che anacronisticamente e forzatamente si sta volendo applicare, ma anche un copia incolla deve rispettare i mastodontici tempi tecnici della Regione Sicilia. Ora è tempo di scrollarsi di dosso il torpore e gridare a gran voce che noi siamo qui e ci ergiamo severi ed insofferenti contro chi non sa o non può (per incapacità e/o perchè servo del potere politico) svolgere il suo lavoro con scrupolosità, serietà e competenza! Basta con notizie false e tendenziose sulla pelle di chi, dopo un licenziamento improvviso e probabilmente senza giusta causa, percepisce ciò a cui ha diritto per Legge: la nuova indennità di disoccupazione introdotta dalla Legge Fornero meglio nota come ASPI acronimo di Assicurazione sociale per l’impiego.
 

Basta all’inadeguatezza di chi, chiamato a ricoprire il ruolo di Nocchiero, senza considerazione della eco e della percezione che possono avere nell’opinione pubblica e nella platea dello stesso bacino ex Pip, si lascia andare ad affermazioni indiscriminate degne del peggior mozzo! L’ex Governatore Lombardo sarà ab eterno presente nei pensieri di quei 3000 ex Pip che nel 2010 “rischiarono seriamente di transitare alla Regione”, così come quei funzionari, dirigenti e assessori che al Dipartimento Famiglia e al Bilancio si prodigarono per individuare la miglior soluzione al processo di stabilizzazione. E l’attuale? che non diventi suo complice nella mattanza! Con profonda amarezza ho preso coscienza che l’epurazione colpisce sempre i più deboli, mentre i grandi nascondono con l’omertà e la connivenza le loro malefatte. Non c’è fede politica, non ci sono valori. Il tempo della pazienza è scaduto pretendiamo risposte.

Giuseppe Morello; Freddie

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Di Redazione Elzeviro.eu

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