Conspiratio
Thot Furio
? 21,00
2013, 472pp., brossura
Il romanzo storico è quel genere che più di tutti gli altri assurge al ruolo che, anticamente, aveva l?arte: non descrivere i fatti, ma i sentimenti e i pensieri interconnessi tra quei accadimenti. Ed in effetti la poesia-epica si differenziava dalla storiografia proprio per questo, per l?emozione che la fredda e storica narrazione dei fatti tralasciava.
Conspiratio di Furio Thot, edito da Arpeggio Libero, cerca questo sullo sfondo della nota Congiura dei Pazzi fiorentina.
Già dalla prime pagine si avvertono due particolari attenzioni. La prima riguarda la premura per una trama articolata e che si snoda attraverso lunghi periodi. In seconda battuta la variegata folla di personaggi, storici e inventati, che compaiono. Nel prosieguo della lettura si ha proprio l?impressione di essere davanti ad un dipinto nel quale, personaggio dopo personaggio, l?autore rende il tutto sempre più complesso.
Lo stile è prevalentemente ipotattico, quindi con frasi piuttosto lunghe e articolate. Non si può che apprezzare la scelta che aderisce perfattemente alla materia trattata. Dicasi lo stesso delle parti dialogate, dove l?autore tenta una mimesi del parlato “antico”, con effetti piacevoli. In entrambe le situazioni inoltre si nota un certo gusto per la parola ricercata. Gusto che, però, è molto controllato e non scade mai nell?inutile sfoggio di un ampio vocabolario.
Conspiratio è un romanzo che di certo ha dietro di sé molte cure e attenzioni, anche dal punto di vista del realismo storiografico. Come per tutti i romanzi storici non si può che fare il solito avvertimento: il genere deve piacere. Si dev?essere dei lettori a cui l?alto numero di pagine non fa impressione e che abbiano la volontà di tuffarsi vivendo nel mondo che l?autore ricostruisce. Perché è innegabile che romanzi come Conspiratio richiedono una certa dose di attenzione che non tutti i lettori possono o vogliono concedere alla lettura che hanno per le mani. Per gli altri non rimane che calarsi nella Firenze del XV secolo.
Luca V. Calcagno