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La forza del ragionamento, la debolezza delle armi

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La Siria, l'appello di Papa Francesco e Fatima

Palermo – L?escalation dei toni diplomatici tra America e Russia e Cina, non lascia intravedere un facile accordo circa l?intervento armato in Siria, posto esso come essenziale per mettere la parola fine al regime di Assad.

Alla complessità del momento diplomatico, che allo stato attuale stiamo vivendo, si aggiungono le congiunture mondiali circa la crisi economica e il nuovo possibile riassetto in un?area, quella mediorientale, ricca di contraddizioni ma soprattutto di riserve naturali, fondamentali per il mantenimento, da parte delle grandi Potenze, di condizioni di predominanza sugli scenari mondiali.

Così mentre l?America si muove, oramai sembra solo questione di ore, verso un intervento armato, contro la Siria, l?Europa, e i paesi dell?Est prendono tempo.

Le motivazioni sono da ricercare, sicuramente, sulla scarsa obiettività dei risultati delle ispezioni, che non hanno rivelato nulla di certo (Saddam docet), e su una possibile maggiore predominanza americana ed israeliana, in un?area che da sempre ha visto contrapposti il blocco occidentale con quello orientale.

A tutto questo occorre mettere da conto le possibili e paventate ritorsioni, sui paesi limitrofi, che possono essere molto pesanti; in considerazione della forte dotazione di un armamento missilistico, da parte del regime siriano.

Ed infine, la richiesta della stessa Siria all?ONU (fonte Ansa), con due lettere indirizzate al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon e alla presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, Cristina Perceval, dell’ambasciatore siriano all’Onu, Bashar al Jafari, al fine di incoraggiare una soluzione diplomatica al conflitto.

In tutto questo qual è la posizione dell?Italia?

Il Ministro Emma Bonino, aspetta la risoluzione dell?ONU e un successivo dibattito in parlamento:  nel frattempo si dice propensa ad una giornata di digiuno il 7 settembre.

Si perché il 7 settembre è la giornata di digiuno e di preghiera alla Madonna per la pace nel mondo.

Il Papa lo ha sancito la settimana scorsa.

In un?intervista di Andrea Tornielli, rilasciata oggi alla Radio Vaticana da parte del segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, il Vescovo Mario Toso,  l’unica via è la ragionevolezza del negoziato.

Toso ha dichiarato «La via di soluzione dei problemi della Siria non può essere quella dell’intervento armato. La situazione di violenza non ne verrebbe diminuita. C’è, anzi, il rischio che deflagri e si estenda ad altri Paesi».

La preoccupazione della Chiesa e del Papa è che il conflitto degeneri in una guerra dalle dimensioni mondiali, dalla quale non uscirebbero né vincitori né vinti.

In quest?ottica fa colpo la notizia divulgata dall?Agenzia Fides, che il Gran Mufti di Siria, Ahmad Badreddin Hassou, leader spirituale dell’Islam sunnita in Siria, abbia espresso il desiderio di essere presente in San Pietro per la veglia di preghiera annunciata da Papa Francesco. Ha invitato inoltre i musulmani siriani a pregare per la pace il 7 settembre, in comunione e simultaneamente al Papa, nelle moschee a Damasco e in tutto il territorio nazionale.

Ma andiamo al terzo segreto di Fatima.

Molti hanno visto nell’intervento del Papa un monito all’umanità e insieme la possibile conoscenza di un futuro a tinte fosche, e forse scritto nella terza profezia di Fatima.

Secondo il giornalista Antonio Socci, la terza parte del segreto prospetta una terza guerra mondiale.

Secondo lo stesso autore, quando il Vaticano nel 2000, rivelò il terzo segreto, parte dello stesso, ritenuto indicibile, venne tenuto celato. [A. Socci, Il quarto segreto di Fatima].

Alla luce di tutto ciò, rimane certamente una certezza, le armi sono la cosa più facile da usare, in particolare per una potenza che, stando al di là dell?oceano, è difficilmente raggiungibile da conflitti che di fatto stanno davanti la nostra porta di casa.

Giuseppe Morello

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Di Redazione Elzeviro.eu

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