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Set on “fire”

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ma con "discrezione"

Palermo – Ogni volta che si riaccende un conflitto nel Medio Oriente penso alle profezie di Nostradamus.

“E gli uomini che verranno dopo di me conosceranno la verità di ciò che dico, perché avranno visto che infallibilmente si realizzeranno vari avvenimenti predetti da me.

Sapranno anche quelli che rimangono da compiersi, perché li ho indicati con chiarezza.

Allora le intelligenze comprenderanno sotto il cielo: ma solo quando arriva il tempo in cui l’ignoranza si dissipa, il senso delle mie predizioni sarà sempre più chiaro.”

Nostradamus, 1555

Per carità, da quando gli ebrei dissero, riferito a Gesù, «il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli», di sangue, la loro terra, è rimasta profondamente intrisa.

La Siria, è entrata nel mirino del premio Nobel per la Pace Barack Obama, dopo l?uso delle odiose armi chimiche, che in Europa avevamo sperimentato sui soldati di entrambe le parti durante la prima guerra mondiale.

A sentire la Casa Bianca, tutto si svolgerebbe in modo quasi indolore, un attacco dall’alto, senza un intervento da terra.

Ma dall’assedio di Montecassino, durante la seconda guerra mondiale, gli americani non hanno imparato proprio nulla?

Dopo l?intervento aereo deve, per forza, seguire un intervento a terra.

Inutili sono le rassicurazioni del portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, interrogato circa l’eventuale risposta americana all’uso di armi chimiche, che in Siria sarebbe ”molto discreta e limitata”.

Questo al fine di rassicurare gli alleati, e anche gli americani che non vedono certo ben un riaffacciarsi di un Iraq ver.2.0, costato la vita a migliaia di giovani soldati, compresi i nostri.

Ma si sa come vanno queste cose, la storia è una grande maestra, la guerra all?Iraq, la guerra in Afghanistan, hanno scritto pagine di sangue.

Partiamo con poco, poi le cose degenerano; allora diventa necessario e prioritario un intervento a terra, specialmente se le minacce di Assad, circa gli attentati da parti di cellule terroristiche dormienti che non vedono l?ora di risvegliarsi contro noi europei, dovessero prendere corpo.

Per non parlare del sassolino nella scarpa che si toglierebbero gli israeliani, con l?eliminazione di un vicino scomodo come la Siria, dal quale sono partiti tanti attacchi agli insediamenti israeliani nel Golan.

Ma l?Italia come si porrà, circa l?uso delle sue basi?

La Ministra Emma Bonino ha ribadito la necessità di un dibattito in parlamento. Ma dubito che ciò avverrà se l?ONU, dovesse superare l?empasse del veto incrociato, in cui si trova in queste ore.

Una guerra ha i suoi costi, costi che verremmo a pagare tutti noi. Paghiamo ancora per l?Eritrea!

E poi c?è il problema dei migranti.

In questo mese di agosto, complici le condizioni meteo favorevoli, gli sbarchi sulle nostre coste sono diventati insostenibili per qualsiasi centro di accoglienza. In effetti paghiamo già un alto prezzo, per il sostegno di questi migranti che fuggono dai loro paesi, per diverse ragioni, e che sperano di trovare in Italia un trampolino di lancio verso l?Europa, che non li vuole.

Qualche mese fa abbiamo dovuto subire la tirata di orecchi dalla “Torre di Guardia”, scusate dalla Germania e dalla sua cancelliera Angela Merkel, circa i famosi, e presunti, 500 ? che vengono dati a ciascun migrante per “agevolare” il loro transito sul territorio italiano verso i Paesi europei.

Un conflitto in Siria, promuoverebbe l?Italia, da nazione alleata a nazione in prima linea.

Fermo restando il mio odio viscerale per qualunque dittatore che si impossessa della vita di un popolo e che può decidere in un “fiat” di spegnerla con ogni mezzo di cui dispone: per queste ragioni, e per mille altre, sono e resto profondamente contrario, ad un conflitto in Siria, che avrebbe ripercussioni devastanti in un?area, nella quale viviamo, dagli equilibri così delicati.

Giuseppe Morello

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Di Redazione Elzeviro.eu

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