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Quando il denaro viene prima di tutto

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Recensione del film “Too big to fail ? Il crollo dei giganti”

Paese : Stati Uniti d’America
Anno : 2011
Genere : Drammatico
Durata : 98 minuti

Tratto dall’omonino libro del giornalista Andrew Ross Sorkin, divenuto poi best seller, il film racconta i drammatici giorni tra settembre e ottobre 2008 quando la crisi dei mutui subprime travolse Wall Street, causando il fallimento della Lehman Brothers e dando inizio alla più grande crisi economica ? tuttora in corso ? che l’Occidente abbia mai vissuto.

L’inizio del film è caratterizzato da una breve premessa che parte dagli anni ’90, ossia, quando durante l’amministrazione Clinton gli Stati Uniti decisero di abolire il cosiddetto “Glass-Steagall Act” (legge federale in vigore negli USA dal 1933 che regolamentava il sistema bancario per prevenire la speculazione finanziaria) e diedero inizio alla fusione tra banche commerciali e banche d’investimento dando così vita alle “banche universali”; l’ultima parte della premessa si focalizza sull’estate 2007 quando la bolla speculativa dei mutui subprime, venutasi a creare sui mercati finanziari, raggiunse la sua massima espansione fino a prevederne un’esplosione della quale però nessun esperto è mai riuscito a calcolarne le conseguenze e nessun governo è fino ad oggi riuscito a porvi adeguato rimedio.
Il film, oltre a raccontare del fallimento della Lehmann Brothers, racconta anche dell’allora Segretario al Tesoro statiunitense, Henry Paulson, e della corsa contro il tempo da egli intrapresa nel disperato tentativo di salvare, senza successo, la Lehmann Borthers prima e le altre grandi banche d’investimento poi (Goldman Sachs, Bank of America, JP Morgan, ecc.).
Oltre a raccontare in maniera chiara e precisa ? come tipico di un film dal genere drammatico – le sensazioni, i dubbi, le paure e le esperienze in generale vissute dai protagonisti di questa vicenda, il film comunica allo spettatore quel messaggio, completamente ignorato fino a circa 10 anni fa, che dimostra come i politici e i governi dell’epoca contemporanea siano succubi nei confronti dei banchieri e della finanza in generale. Si racconta di come le banche e la finanza abbiano esercitato una costante pressione sui governi e sul mondo della politica affinchè questi ultimi assecondassero senza sosta i capricci dei primi, secondo la vecchia (ma sempre attuale) citazione del saggista americano Ezra Pound : “I politici sono i camerieri dei banchieri.”(…)

Quando negli anni ’90 i mercati finanziari erano in crescita e si respirava un inconfutabile ottimismo nei loro confronti, la grandi banche d’investimento hanno fatto pressione sui governi di tutto il mondo spingendoli ad abolire ogni minima legge che regolasse e ponesse dei limiti al settore bancario e ai mercati finanziari (vedi l’abolizione del Glass-Steagall Act negli USA); quando invece i nodi delle bolle speculative sono venuti al pettine, i mercati si sono contratti, le grandi banche hanno subito ingenti perdite e i fantasmi della catastrofe finanziaria hanno bussato alle porte, allora i governi sono dovuti ricorrere al salvataggio, tramite stanziamento dei soldi pubblici, delle principali banche per salvarle dal fallimento.
Infatti la parte finale del film è dedicata ai giorni tra il 29 settembre e il 3 ottobre 2008, ossia, quando il Segretario al Tesoro Paulson e il Capo della Federal Reserve, Ben Bernanke, riuscirono sul filo di lana a convicere il Congresso degli Stati Uniti ad approvare il piano di interventi pubblici per salvare dal fallimento le banche d’investimento sopra elencate, un piano di interventi pubblici da miliardi di dollari a tasso zero ma con un’unica condizione, ossia, che una volta concessi gli interventi pubblici per salvare le banche dall’insolvenza, queste avrebbero dovuto reimmettere quei dollari nell’economia reale per favorire la ripresa economica ed evitare il ciclo di recessione……la politica è corsa ai ripari in soccorso alle banche per salvare il Sistema-Paese, ma nonostante le condizioni, le banche non hanno mai rimesso quei soldi in circolazione nell’economia reale.
In sintesi, la crisi l’hanno innescata le banche con le loro speculazioni e i governi hanno scelto di salvarle con i soldi pubblici, ma a scapito dei cittadini ai quali non è tornato nulla indietro….. i cittadini stanno pagando la crisi, perchè le banche sono troppo grandi per fallire.

Ario Corapi

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Di Redazione Elzeviro.eu

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