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Mascherina su mascherina giù: di questa scienza non ci possiamo fidare più

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Una delle notizie degli ultimi giorni che molti media ci hanno forse anche un po’ sadicamente “imposto” è che la tanto sbandierata distanza sociale e la mascherina in verità non sarebbero sufficienti a renderci certi dell’immunità dal Covid 19.

Infatti secondo uno studio condotto da un gruppo di scienziati, immediatamente riportato con toni quasi trionfalistici da molti mezzi di informazione, il virus in verità sarebbe in grado di rimanere in sospensione nell’aria fino ad un quarto d’ora con tutti gli effetti devastanti del caso, primo quello di rendere il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine assolutamente inutile.

Peccato che nello stesso periodo

altri scienziati, questa volta italiani abbiano detto esattamente il contrario e cioè che l’uso della mascherina  con il dovuto e adeguato distanziamento sarebbe in grado invece di ridurre la carica virale fino a mille volte.

Ora se fosse vera la prima ipotesi noi tutti saremmo a questo punto immersi  in un’enorme bolla d’aria stracarica di virus e batteri lasciati dalle scie di tutti quelli che hanno camminato per strada, virus in grado di aggredirci appena usciti dalla porta di casa, anzi, a rigor di logica, pure di entrare dalle nostre finestre appena osiamo aprirle per cambiare l’aria in casa.

Se diamo per buona questa tesi apocalittica insieme a quella che sostiene da tempo che pure i nostri vestiti sarebbero dei potenziali veicoli di contagio del virus allora saremmo tutti condannati a subire l’aggressione del killer invisibile anche nelle nostre case a meno di non uscire di casa nudi come vermi…insomma si salvi chi può.

Come al solito viene da domandarsi

quale credito possiamo dare ad un mondo scientifico, tra l’altro in alcuni esponenti spocchioso e altezzoso, capace di sostenere tutto e il contrario di tutto sullo stesso fondamentale argomento con la leggerezza con cui un’ape svolazza di fiore in fiore.

Basta guardare cosa fanno e dicono i vari comitati tecnico-scientifici che si ergono sul piedistallo dell’infallibilità, e che pretendono da noi cittadini ignoranti e sprovveduti cieca obbedienza e…guai a chi non si adegua al coro…un coro che però, come abbiamo visto, non pare proprio cantare all’unisono, cosa che ne fa perdere gran parte della sua presunta credibilità.

Ci sarebbe anche da parlare della mala fede

degli stessi scienziati e dei media in generale perché quando uno studio di qualche mese fa aveva sottolineato la potenziale pericolosità del fumo considerato possibile e ulteriore veicolo del virus in quanto le goccioline di saliva espulse con l’emissione del fumo si aggrapperebbero a questo rimanendo anche questa volta sospese per parecchio tempo nell’aria, la cosa non aveva avuto seguito nel carrozzone mediatico.

La notizia infatti è rimasta nell’ombra finendo per essere  snobbata da tutti i media che, dopo la prima rapida e imbarazzata informativa, non ne hanno parlato più.

Tra l’altro, dulcis in fundo, basterebbe guardarsi intorno quando camminiamo sulle nostre strade per scoprire che la gente che fuma, per ovvie ragioni,  la mascherina la tiene giù. E anche qui non un Dpcm che si sia occupato della questione neanche poi tanto marginale e che abbia osato vietare il fumo anche nei luoghi aperti al pubblico.

Perché in tal caso quelli che non fumano sono trattati come i fessi di turno che si devono sorbire la museruola mentre gli altri, chissà perché, possono farne a meno? Cittadini di serie A e cittadini di serie B? Può essere.

Il motivo di tanta e tale colpevole omertà

comunque sembra quasi banale se rapportato anche alla decisione del governo che in pieno lockdown consentiva alle tabaccherie di rimanere aperte: non bisogna, signori miei, andare a disturbare gli interessi dei colossi del fumo, questi sì colpevoli negli anni della morte prematura di centinaia di milioni di persone…altro che virus…il Covid a confronto di questi sterminatori fa la parte del dilettante di provincia, ma sul virus ci si può accanire dicendo tutto e il contrario, su lor signori invece no.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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