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Grillo promuove un locale non a norma?

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PANE E SALAME

Sul sito beppegrillo.it stamane è apparsa la lamentela di un tale Dino S. che difende l’osteria senza oste, definita un must nel trevigiano. Si tratta di una formula che attira svariata clientela: la taverna offre vino, salumi e quant’altro e non chiede denaro, ma lascia alla generosità degli avventori la facoltà di elargire un obolo quantificabile a piacere dal cliente stesso. 

Dino lascia spazio alle parole dell’oste occulto, il quale dichiara: “Lasciavo qualche bottiglia di vino per gli amici che si lamentavano quando non mi trovavano”. Poi con il passaparola sono arrivati avventori amici di amici e anche persone da fuori provincia.
 ”Mi capita spesso di trovare della gente che, non riconoscendomi, si ferma a spiegarmi il meccanismo della consumazione con offerta libera. Non è immaginabile a livello imprenditoriale”.  
 

Non è quello che pensa la Guardia di Finanza, però, che ravvisa in tale formula un’attività imprenditoriale occultata dall’assenza dell’oste: la cassettina posta sul tavolo della cucina veniva riempita, e su quella cassettina l’oste assente (ma non assente quando si tratta svuotarla, la cassettina) non pagava le tasse. Grillo, per bocca di Dino di cui pubblica l’articolo sul suo celeberrimo blog, svilisce il lavoro della Finanza, che in questo caso non appare come particolarmente certosino: sembra piuttosto chiaro che vi sia un locale senza camerieri, dove l’offerta libera, formula peraltro ammessa anche in alcune attività commerciali, non esime il formarsi di un vero e proprio contratto.
 
Se andiamo a vedere cosa dice il codice civile riguardo al contratto di compravendita, infatti, non si fa menzione di una cifra precisa a fronte di un arricchimento della controparte: “La vendita è il contratto che ha per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa o il trasferimento di un altro diritto verso il corrispettivo di un prezzo.” Non dice, prestiamo attenzione, “un prezzo determinato, o determinabile”, ma solo “il corrispettivo di un prezzo”. Andiamo oltre, guardando cosa la legge stabilisce in mancanza di determinazione espressa del prezzo. (articolo 1474) “Se il contratto ha per oggetto cose che il venditore vende abitualmente e le parti non hanno determinato il prezzo, né hanno convenuto il modo di determinarlo, né esso è stabilito per atto della pubblica autorità, si presume che le parti abbiano voluto riferirsi al prezzo normalmente praticato dal venditore. (…)”. Ecco fatto: il prezzo può non essere determinato, ma esso si desume anche quando non sia determinato.

 

Inutile poi addentrarci troppo nell’abisso di norme igieniche probabilmente trascurate dal furbo oste, il quale dovrebbe, per poter elargire al pubblico alcolici e cibarie, detenere licenza di vendita di alcolici al pubblico, avere inverato le necessarie formalità amministrative (Scia ecc.), sottoporsi ai controlli periodici, rispettare l’Haccp e così via.
 
Non è condividendo le battaglie sinceramente poco sensate e fors’anche scellerate come questa che lo strumento editoriale del M5S dovrebbe operare. L’articolo in questione sembra voler sfruttare il populismo dando contro alla Guardia di Finanza per l’addebito contestato all’oste fantasma. Se le tasse sono inique è, inutile ribadirlo, a cagione di un sistema politico che ha agito in siffatta maniera, portando nelle case dei cittadini una pressione fiscale insopportabile. 
 
Bisogna però aiutare gli onesti, non promuovere i furbetti che si celano dietro ad iniziative “carine”, altrimenti definite “un must”. Non sono perdonabili quelli che però lì ci vanno per pagare poco o niente e poi magari si lamentano pure dell’igiene dubbia (alcuni commenti sono stati di questo tenore). Grillo pare aver fatto un errore grossolano in questo caso, forse in buona fede, ma il pane e salame non dovrebbe distrarre dai veri bisogni e necessità del paese, uniche cose sulle quali il già candidato premier di un partito di tale quantità dovrebbe concentrarsi.
 
Riportiamo infine il commento più sensato tra quelli apparsi sul sito del leader 5 stelle, firmato Giuliano D’Ambrosi:

Ho letto attentamente i commenti e anche le recensioni su Tripadvisor.

Io la penso così: c’è un imprenditore (così a me sembra) che ha messo in piedi un’attività camuffandola da rifugio aperto a tutti, con offerta libera per quello che si consuma (così sono anche i locali invernali dei rifugi alpini). In quest’ottica, non ottempera alle norme in materia di igiene, fiscali, di sicurezza: e non lo fa in toto, perché non puoi pagare “un po’ di tasse”, visto che siamo quasi tutti d’accordo che sono eccessive (almeno quelli che lavorano in proprio), non puoi soddisfare un po’ di requisiti igienici, insomma, come le donne, non puoi “essere un po’ incinta”. 

Poi ci sono gli utenti, e qui proprio non ci siamo. C’è chi lamenta il fatto che il panino costa più che al supermercato, stante la bassa qualità, chi lamenta la non osservanza delle norme igieniche, chi pensa agli altri poveri imprenditori e alla concorrenza che subiscono, perché “devono pagare tutte le tasse”. Ma, signori, basta non andarci, in quel posto, basta non consumare merce scadente e presentata in locali non igienici, basta andare negli altri esercizi, magari chiedendo preventivamente ai gestori se pagano tutte le imposte, così si sarà soddisfatti. Perché ci andate là? Per pagare poco, magari anche niente, per curiosare su una nuova forma di somministrazione, perché lo avete sentito da altri. In definitiva, penso che si dovrebbe tornare un po’ a terra e assumersi, ognuno, la responsabilità delle proprie azioni, senza nascondersi dietro ad iniziative dubbie, da una parte, nè atteggiarsi a giudici e censori: c’è ancora, non so fino a quando ma c’è, la libera scelta.

 

freddie
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Di Redazione Elzeviro.eu

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