Lecce – Si celebra oggi, 5 febbraio 2014, la prima “Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare“, istituita dal ministero dell’Ambiente per recuperare lo spreco alimentare ma soprattutto per prevenirlo. Un obiettivo che secondo il Piano Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare dovrà essere raggiunto entro il 2025 attraverso il dimezzamento di uno sperpero che ogni anno arriva a toccare un importo di quasi 9 miliardi di euro, equivalente di due etti di cibo nella spazzatura a famiglia.
In linea con questo obiettivo e a sostegno della Giornata, i giovani promotori del progetto “Dieta Med-Italiana” e “Cultura del Buon Cibo”, ripropongono il loro personalissimo contributo ideato in occasione della giornata dell’alimentazione: lo slogan è “Uno spreco al giorno leva il pianeta di torno”, il sottotitolo recita “…perché spreco non fa rima con eco”, mentre il poster raffigura il pianeta terra morso a metà come una mela. L’auspicio dei giovani salentini è quello di aggiungere una voce dal basso e contribuire alla sensibilizzazione della cittadinanza al delicato tema dello spreco alimentare.
Il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ha spiegato che questa Giornata deve essere «l’inizio di un percorso perché è necessario che cresca la consapevolezza all’interno delle scuole e delle comunità». La mancata gestione del cibo, secondo Orlando, «diventa rifiuto, con enorme spreco di risorse naturali, perché per produrre una mela o un pezzo di pane si muovono mezzi e si usano concimi, acqua e suolo e poi tutto questo si rovescia nel suo contrario cioè in un rifiuto».
Dello spreco alimentare se ne parla sempre di più ma forse si fa sempre di meno. Secondo il rapporto della FAO ogni anno nel mondo si buttano via 1,3 miliardi di tonnellate di avanzi, pari a un terzo di tutto il cibo prodotto: quattro volte quanto servirebbe a nutrire quasi un miliardo di persone che soffrono la fame. Tradotte in denaro le perdite ammontano a quasi 680 miliardi di dollari nei paesi industrializzati e a circa 310 miliardi di dollari per quelli in via di sviluppo. Quindi di fronte a chi non ha di che nutrirsi, c’è chi può permettersi di sprecare ogni giorno una quantità impressionante di cibo.
Di fronte a questi dati, viene a tutti da pensare: “peccato”, non sapendo quanto sia azzeccata l’espressione in quanto è davvero un peccato, un peccato mortale, mortale per il pianeta. Il peso ambientale di quello che sprechiamo dipende sia da quanto sprechiamo, sia da cosa sprechiamo perché ogni alimento ha una propria impronta ambientale che dipende dalla sua filiera di produzione: lo spreco di 1 kg di carne “costa” all’ambiente 10 volte la quantità di gas serra e di azoto reattivo richiesti da 1 kg di pasta. Lo spreco di 1 kg di manzo utilizza invano 594 litri di acqua blu a fronte dei 15 litri per lo stesso quantitativo di pasta. Pertanto, anche se i cereali rappresentano il 35% della massa di cibo tipicamente sprecato, mentre la carne, alimento più caro e pregiato, ne rappresenta il 12%, i loro impatti ambientali sono comunque elevati.
Anche questa campagna dei giovani pugliesi è a sostegno della candidatura di Lecce a Capitale Europea della Cultura 2019.